(Ap)PaRecchia al Tre!, Ovvero di come finiremo grassi e sul lastrico, ma con Amore

ottobre 4, 2010

Mood: lunatica
Reading: blogs a caso
Listening: la musica che sfugge dagli auricolari di qualcun’altro



La mia non è una casa di studenti fuori sede, ma un ristorante.
E noi non siamo studenti fuori sede, ma porcelli all’ingrosso.

Ora. La regola dello studente fuori sede medio prevede cibi in scatola, surgelati e pasta al sugo, pizza quando c’è pecunia.
A casa mia invece si affoga nei vapori e negli odori da cucina.

Sorvoliamo sulla mia passata (ed accantonata) convinzione di essere negata per i fornelli e di non aver alcuna voglia di impegnarmi per superare questa mia condizione di deficienza, aspetto che, al dire d’ogni nonna, compromette ogni possibilità di trovar marito.

*
Io “allegra casalinga” mode on:
guardami, nonna, posso sposarmi (se mi trovi l’homo)!

Sorvoliamo sulla nutella e sui sandwich con la frittata del muratore, che anche noi, di tanto in tanto, si sente la necessità di affogare nei fiumi della perdizione, ma anche sulla pastina col formaggino per le sere in cui si ha bisogno delle coccole.

Sorvoliamo sull’onnipresenza sul tagliere delle zucchine che qualsiasi genitrice deplora per assenza di proprietà nutrienti, ma che io difendo a spada tratta come gustose, versatili e pluri-abbinabili.

Sorvoliamo sul fatto che se apriamo un barattolo di pelati mangiamo pelati per due giorni, così come se lasciamo per metà una zucchina, unamelanzana, unascatolaladifunghi, unaconfezionedigorgonzolaoqualsiasialtracosa e che il frigo puzza sempre di cipolla per una da finire.

 

Da quando, nelle ultime due settimane, in libreria sono comparsi i libri di cucina, tra i siti recentemente visitati quelli gastronomici ed in dispensa le spezie e gli aromi, sulla tavola hanno sfilato timballi ed involtini vari di melanzana, pasta al forno, risotti seri sedano-carote&zafferano / funghi&zafferano / funghi&nocelle, pennoni zucca-carote&zucchine, brodi vegetali rigorosamente artigianali, spaghetti con funghi-zucchine-piselli&PINOLI (i pinoli, voglio dire, quattro euro pochi grammi, m’è preso un infarto!), ciambella di yogurt con frappè annesso.

E si prospettano ancora mille e mille sperimentazioni, tanto per citarne qualcuna lasagne, panbrioches salato, torta salata ai formaggi, muffin cocco&cioccolato, cheesecake double chocolate, biscotti di zucca.

Il giorno in cui abbiamo preso casa, un mese fa, il problema più impellente era trovarle un nome. Gli elementi salienti erano i cognomi di Yanna e mio, rispettivamente Recchia e Pace e il numero civico che si ripeteva anche nel numero del citofono, il 3, per altro numero base dello stare insieme in quest’anno milanese. In assemblea, si votò all’unità per (Ap)PaRecchia al Tre!, che ci sembrava anche una soluzione carina per un sms con cui invitare gente a cena.

Non l’avessimo mai fatto! Quando dici che un nome può segnare il corso di una vita!

… Finiremo grassi e sul lastrico!
(ma con Amore)

*
Yanna ed io, poeticamente ritratte in uno dei
non rari momenti di concentrazione in una qualche pentola

13 Responses to “(Ap)PaRecchia al Tre!, Ovvero di come finiremo grassi e sul lastrico, ma con Amore”

  1. sognaale Says:

    Siete stupende in quelle vesti, vi invidio un pò … vorrei esserci io lì! Mi raccomando non igrassate troppo (anche se lo fate sempre con amore!)

    • dorotea Says:

      Hei, Ale! Ma hai un blog su WordPress? Non sapevo! Bbene. 🙂

      Intanto, vieni con noi. Qui c’è posto per tutti.
      Persino le pentole sono in formato famiglia!
      Per il resto, abbiamo iniziato a fare attenzione alla linea. Beh, più o meno. E a giorni alterni! 😀

  2. losengriol Says:

    Ma questo post è bellissimo! e anche il nome della casa!
    venite a cucinare da noi? anche noi siamo tre 😀

    • dorotea Says:

      molto volentieri!
      possiamo organizzare uno scambio-famiglia! o un’unica grande casa famiglia! 😀
      e poi la trasformiamo in un ristorante… NO! effettivamente io non voglio passare la mia vita in un ristorante… mi bastano già questi anni da studentessa!

      • losengriol Says:

        no, il ristorante no grazie. meglio la grande casa famiglia! riscuoteremmo un grande successo e la gente si autoinviterebbe, e diventerebbe una cosa molto affollata e caotica e rumorosa e scambievole. scambievoliamoci 😀

  3. zaque Says:

    che post carino!
    divertitevi, e buon appetito 🙂


  4. […] giù Listening to: le storie sospese tra la Istanbul e Barcellona del primo couch surfer di PaRecchia al Tre Playing: a sfoggiare con poca grazia il mio inglese maccheronico Watching: spazi vuoti Eating: […]

  5. eta849 Says:

    Mannaggia a leggere ‘ste cose NON quando le hai scritte! FUCK FUCK FUCK!

    Ci vediamo al Nord, donzella ❤


  6. […] fotografare i divani nel quale hanno dormito i viaggiatori sconosciuti che Yanna e io ospitiamo a PaRecchia al Tre. Non è niente di nuovo. Nel 1979, Sophie Calle ha realizzato Les Dormeurs [altre fotografie non […]


  7. […] la lista della spesa delle 18.30 a PaRecchia al Tre deve essere stata assai eloquente anche per uno che non abbia la mia tara da […]


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