Tre considerazioni sparse sul volo Milano-Bari in merito ai bagni dei luoghi pubblici

dicembre 9, 2010

Mood: everything is all right!
Listening to: il vento che corre tra gli alberi, il cinguettio degli uccelli, il ronzio del traffico in lontananza, sono proprio in Puglia!
Watching: certi giochi di luce del sole che filtra attraverso la tenda
Eating: crostata di frutta
Drinking: caffè




Perché mai due persone sconosciute che si incontrano casualmente in bagno a condividere l’attesa per alleggerirsi la vescica si sentono in dovere di scambiarsi sorrisi imbarazzati e di circostanza?, chiedo venia per la pipì, sa, dovere…


Perché mai la fotocellula per lo scarico del water è affetta da un’attenzione maniacale per la pulizia, sì da rilasciare acqua violentemente e costantemente per tutto il tempo in cui un povero cristo è impegnato a tentare di allegerirsi la vescica?, toc, toc, occupato, presti pazienza, con le cascate del Niagara che mi scrosciano sul culo, pisciare è più che altro un’impresa!


Perché mai il neon del bagno è concepito in modo tale che da traumatizzare una fanciulla ‘sì beata fino al momento in cui non si sia incontrata nello specchio, facendone risaltare il giallognolo della pelle e il nero delle sue occhiaie gonfie, il disastro dei capelli arruffati e la screpolatura delle labbra, ogni graffio ed ogni macchia?, ma cazzo c’hanno gli uomini da fissarmi e sbavarmi dietro, “sei bellissima, pupa”?, mi prendono per culo?!


Passare in un’ora e mezza dalla Siberia, neve, gelo e tanto grigio, all’Africa, 21°, sole, mare e blu-giallo-verde accesi, accento barese incluso, non ha prezzo.

28 Responses to “Tre considerazioni sparse sul volo Milano-Bari in merito ai bagni dei luoghi pubblici”

  1. Marta Says:

    Scena simile :
    Mi sento una gran figa perchè un tipo in nave mi sta guardando da ore , vado in bagno e mi guardo allo specchio. Beh , in confronto Moira Orfei era una supermodella. Colorito verde oliva accentuato , occhiate , macchie , chi più ne ha più ne metta.

    I bagni col neon falsato conquisteranno il mondo.

  2. nicolò Says:

    a me queste non sembrano mica tre considerazioni sparse sul volo milano-bari,piuttosto mi sembra una testimonianza particolarmente vissuta della tua pausa pipì!

    • dorotea Says:

      come ti dicevo, non ho razionalizzato in un corpus compiuto queste mie osservazioni, fino al momento in cui sono salita sull’aereo. prima erano solo pensieri fugaci, nebulosi… f l u tt u a n t i.
      Poi effettivamente, ormai ho la sensibilità per drammatizzare (nel senso di “tessere storie”) anche su una pausa pipì. il che mi rende onore… e stupidità! 😀

  3. Marta Says:

    No no , qua trauma è dire poco.

  4. losengriol Says:

    Scena al bagno del cinema giusto ieri (ovviamente ero in fila, c’è bisogno di specificarlo?):
    Bambino:”Mamma, perché siamo qui?”
    Mamma:” Per fare pipì”
    Bambino:” Ma io non devo fare pipì!!!”
    Mamma:”Ma la mamma sì!”
    A volte il micromondo dei bagni pubblici è esilarante.
    La luce al neon dovrebbero vietarla per legge, come i faretti odiosi nei camerini prova dei negozi d’abbigliamento.

  5. cioccolove Says:

    Finalmente! Era l’ora che qualcuno lo dicesse apertamente! 😀
    Tutto vero, dalle cascate ai sorrisini (che io non faccio, di solito sfoggio una ghigna da paura, soprattutto quando ci sono i bambini perché le mamme fanno le furbine e cercano di passarti avanti con frasi tipo:”resisti ancora un po’, tesoro, dài, ora c’è la signora e poi ci siamo noi”. Al che io invece di dire :”No ma vada pure, si figuri!”, dico:”Eh sì, ora ci sono io.” Allora sfoggio il sorriso, ma è sincero), ma ancor di più è verissimo il discorso sulla luce al neon, da me chiamata l’impietosa!
    L’impietosa non ti risparmia nulla, mette in risalto tutto, anche perché cade dall’alto sulla pelle tipo ghigliottina e il primo impulso è quello di dire:”Non uscirò mai più da questo bagno”.

  6. gabry Says:

    io detesto i bagni pubblici, per esempio mi fa schifissimo toccare le maniglie quindi faccio peripezie immani per non toccare manigli, manopole, rubinetti, pulsanti,ecc… in un post di un mio viaggio a stoccolma ho pure raccontato di aver trovato il mio bagno pubblico ideale. era tutto con foto cellule e sensori. praticamente non dovevi toccare nulla…ahhh la civiltà
    e per quanto riguarda le luci al neon…vogliamo parlare di quelli dei camerini prova dei negozio??? ODIOOOOOOOOO

  7. dorotea Says:

    E’ inqueietante.
    Riesco a tornare sul blog SOLO dopo una settimana di inattività (si vede che sono proprio senza fare nulla, eh?) e ritrovo un dibattito tanto e talmente articolato che potremmo scriverci un saggio socio-economico-culturale. 😀

    Dai bagni ai camerini, sul filo conduttore delle luci al neon.

    Dai nostri pensieri condivisi, si può dedurree che al cospetto dell'”impietosa” (oh, come approvo questa definizione!) le alternative sono due:
    1) rivoluzione (una parola ebbasta)
    2) autoconsolazione o in altri tempi “ricordati che non sei sola” poichè nello stesso momento in cui noi siamo lì a sgranare gli occhi per l’orrore davanti alla nostra faccia, ci sono altre mille mila persone che lo stanno facendo.

    Tocca essere forti! 😀

  8. Marta Says:

    Scelgo la seconda , dopotutto l’unione fa la forza no?

  9. Cle Says:

    Bentornata a casa! 🙂

  10. losengriol Says:

    Io vorrei fare una riflessione sul fatto che un post che parla dei neon nel bagno ha scatenato una cosa come 25 commenti (26 con questo). Mentre magari i post profondi e filosofici non hanno neanche mezzo commento.
    Questa cosa mi piace troppo.


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