Intrografie
ottobre 6, 2011
Mood: vago
Reading: Yuri Herrera, La ballata del re di denari
Listening & Watching: Florence + The Machine – Shake It Out
Eating: Ringo Black
Drinking: acqua
Di Intrografie avevo già scritto. Del viaggio geografico ed emotivo che è alle sue fondamenta e delle mie dinamiche di interiorizzazione ed estetizzazione del reale esterno ho scritto ancora di più su questo spazio, nel corso di tutto un anno. Fondamentalmente Intrografie è il primo archivio parziale di storie, un libricino nero che ho rigorosamente voluto tascabile. Perché potesse stare dentro una giacca vicino al cuore come ci stavano i Canti di Catullo del mio professore di Letteratura Latina a Siena. Ed anche perché chiunque si ritrovi a guardarlo non lo liquidi in fretta, ma si soffermi ad analizzarlo per ricostruire i frammenti della storia nelle immagini con la stessa attenzione e lo stesso esercizio all’osservazione che richiede la possibilità di riscoprire e carpire i dettagli nel mondo reale per rintracciare i fili rossi dei propri racconti, chè io, ne sono convinta, ogni narrativa ed ogni visione non sono che il frutto del sentimento soggettivo del reale.
Insomma, ecco infine – alias, con le mie solite tempistiche dilatate – Intrografie. Meglio tardi che mai, oh!
Circonvoluzioni

Milano, Italia
Ventidue Febbraio Duemiladieci, ore diciannove e quarantatrè

Nantes, Francia
Quattordici Marzo Duemiladieci, ore diciannove e ventisette

Rijswijk, Olanda
Ventisei Dicembre Duemiladieci, ore quindici e otto

Monopoli, Italia
Tre Aprile Duemilaundici, ore diciotto e quaranta

Den Haag, Olanda
Ventisette Dicembre Duemiladieci, ore diciotto e quarantadue

Monopoli, Italia
Dieci Dicembre Duemiladieci, ore diciotto e uno

Nantes, Francia
Tredici Marzo Duemiladieci, ore undici e trentotto
Inter-mezzo

Venezia, Italia
Sedici Luglio Duemilaundici, ore quindici e cinquantotto

Milano, Italia
Tredici Febbraio Duemilaundici, ore quattordici e due

Castellana-Grotte, Italia
Nove Aprile Duemiladieci, ore sedici e cinquanta

Milano, Italia
Diciassette Marzo Duemilaundici, ore zero e cinquantotto
Derive

Como, Italia
Ventisei Marzo Duemilaundici, ore diciassette e quarantotto

Milano, Italia
Tredici Febbraio Duemilaundici, ore quattordici e due

Venezia, Italia
Sedici Luglio Duemilaundici, ore dodici e trentuno

Monte Grappa, Italia
Ventidue Luglio Duemilaundici, ore diciannove e cinquanta

Monte Grappa, Italia
Ventiquattro Luglio Duemilaundici, ore diciotto e trentatrè

Monopoli, Italia
Ventinove Luglio Duemilaundici, ore sedici e undici

Pietrapertosa, Italia
Ventisette Agosto Duemilaundici, ore sedici e quindici
Conclusioni provvisorie
ottobre 6, 2011 at 10:37 PM
Ah che bello! Le si aspettava qui le tue Intrografie. Che però mi devo riguardare per bene che stasera sono a livelli di stanchezza piuttosto elevati e invece vanno (intro)guardate con attenzione.
ottobre 6, 2011 at 10:38 PM
(E poi volevo chiederti: come stai? :D)
ottobre 7, 2011 at 12:43 PM
Proprio negli ultimi giorni, ho pensato al fatto che molto spesso scrivo dei miei progetti e molto meno mostro. Solo che le tempistiche di produzione sono lunghissime, alcune volte decidiamo che per il momento non è il caso di caricare alcuni lavori su internet ed altre volte proprio non possiamo fino a data da destinarsi, per questioni di diritti, concorsi, eccetera eccetera. Poi mettiamo in conto anche il tempo che scarseggia e stiamo a vedere quanto passa prima di mettere in mostra.
Fa conto che mi ero prefissata queste due settimane di libertà dalle lezioni e dagli esami per farmi la sezione del portfolio e sistemare le piattaforme di Flickr e Vimeo, ma non è stata cosa! La serie di problemi familiari ha guadagnato il primato sul mio tempo.
Di fatto sto bene, ma più stanca di prima. E’ come se tutta la stanchezza accumulata mi stesse crollando addosso in questo momento ed il non riuscire a riposare mi rende anche irritabile. Senza contare il carico emotivo che comporta l’affrontare i suddetti problemi. Uffa!!! Domenica riparto per Milano ed addio sogni di gloria. Sono un po’ in ansia all’idea. Mi sembra di star lasciando troppe situazioni in sospeso.
Uh, quanto ho blaterato (come al solito)!
Tu invece? Come stai? Come va con l’università maledetta?
(Chiaramente aspetto le tue impressioni sulle Intrografie. Ci tengo in particolare, u know!)
ottobre 14, 2011 at 8:51 PM
Uh, non ci terrei così tanto fossi in te!
Qualcuna di queste foto l’ho già vista, ovviamente. Il fatto che siano diventate tue Intrografie significa qualcosa, e significa anche che in un certo senso chi ti legge le ha viste nascere (le Intrografie, intendo).
Le parole che mi vengono in mente guardandole sono frammento e viaggio (ma va?). E anche focus, sebbene probabilmente io stia usando il termine in maniera impropria. Intendo dire che sono frammenti molto focalizzati, pezzi ritagliati dalla realtà e così posti in rilievo. Nonostante questo mi danno la sensazione di dinamismo, cammino, movimento. E la provvisorietà ultimamente ti piace, sì 😀
Hai un bel viaggiare in quel labirinto che hai dentro. Sono così diverse queste parti di te, queste storie! Dovremmo farlo tutti, una volta o l’altra: scrivere un tascabile di noi attraverso immagini. Che sia stato difficile lo so, è stato anche terapeutico? Secondo me è quantomeno ammirevole. Potente, in un certo senso.
Ok, basta farneticazioni. Non dare troppo peso a quel che blatero, non sono in grado di andare a parare da qualche parte e si vede. Sono contenta di quel che fai nel raccontare. Mi piace.
Un abbraccio.
ottobre 15, 2011 at 9:44 PM
Esattamente! 🙂 Parecchie foto certamente le avevi già viste. Le Intrografie, infatti, sono il frutto di una ricerca lunga tutta un anno in cui ho scritto, fotografato, disegnato, pensato, e soprattutto mi sono indagata. Diciamo che per me il blog è un modo per mappare anche il lavoro di ricerca in itinere, in vista di qualcosa di più conclusivo.
Mi piace la parola focus perché anche se impropriamente è centrale nel mio modo di vedere la realtà e raccontarla, chiaramente riscrivendola per come io la significo. Ed hai ragione quando scrivi che ci sono diverse parti di me. Tra le Intrografie ci sono anche quelle che ho faticato a mettere “in faccia al mondo”.
Se sia stato un cammino terapeutico oggi non lo so più. Qualcosa deve essere andato per il verso storto ed un paio di punti restano irrisolti, i più ostici chiaramente. Ma certamente ho segnato dei punti che prima non c’erano e dai quali riparto un po’ più forte e consapevole.
Sinceramente mi piace dare peso a quello che blateri! Anche in te c’è un gran bel viaggiare. Grazie. 🙂
Un abbraccio a te.
febbraio 7, 2013 at 8:57 AM
[…] ho prodotto un’immagine molto mia, tant’è che poi è finita nel progetto fotografico Intrografie dello stesso anno, nel quale visualizzavo il processo della mia intimità in un momento di […]