Tras-locare #3
aprile 22, 2013
Mood: costruttivo
Reading: George Perec, La vita, istruzioni per l’uso
Listening to: i versi d’amore di mia sorella
Watching: Tutti i santi giorni di Paolo Virzì
Eating: maccheroni pasticciati
Drinking: te alla menta
La signora del quinto a destra dello stabile n° 3 di Viale Romolo dov’era PaRecchia al Tre – sesto piano, al centro a destra –, usava, incontrandomi in ascensore, per le scale – sul pianerottolo del quinto –, rivolgermisi sempre con una saputa valutazione in merito al numero delle mie partenze e dei miei ritorni di cui lei stessa aveva memoria essendone stata per caso o ficcanaso testimone oculare «Ma che bellezza, sempre in viaggio, lei!»
La mattina in cui le cose superstiti considerate di mia proprietà sono partite da Guanzate con un camion di pasta fresca, mittente Teo Pace BV, Delfgauw, Olanda, da dove poi sono state spostate nell’appartamento e nella cantina – per lo più – della mia famiglia a Rijswijk, sempre Olanda,
quella mattina là – saranno state le undici o poco prima – la signora del quinto a destra sembrava essersi messa in mia attesa al pianterreno. Voglio dire che stava di fronte alla porta dell’ascensore spandendo con gli occhi e con le labbra tutto l’entusiasmo del suo consueto approccio: «Ma sempre con una qualche valigia, lei!», gliel’ho intercettato sulla punta della lingua che neanche avevo aperto le porte con finestrella dell’ascensore. Il più delle volte, infatti, la signora del quinto a destra era venuta a trovarsi nella condizione di aiutarmi a uscire dall’ascensore, trattenendo le porte esterne mentre io lottavo per disincastrarmi dalle porte interne troppo strette anche solo per un essere umano senza carico aggiunto al suo corpo.
Di fronte al quantitativo di scatoloni contro il quale mi sono stagliata quando ho aperto la porta dell’ascensore per spingere fuori il primo borsone, la signora del quinto a destra si è fatta d’un tratto confusa. «Ma sempre con una qualche valigia, lei!» le è caduto ai piedi dalla bocca lettera per lettere e lei è rimasta con gli occhi a ciondolare su di me, come sentendo il bisogno di adattarsi a una nuova condizione inattesa.
Il che – la sua tenerezza – mi ha fatto sorridere. «Signora, questa volta parto per un viaggio più lungo», le ho detto. Poi, vedendola ancora turbata: «Ho bisogno di un attimo di tempo in più per scaricare l’ascensore.»
E lei mi ha augurato tante cose belle.
aprile 23, 2013 at 12:49 AM
Devo ancora dirti quel segreto.
Anche la mia mezza danese deve dirtelo.
Lo condividiamo.
E me lo sono trattenuto, di nuovo, quando ci siamo viste a Rijswijk.
Me lo tengo per un
x.
aprile 23, 2013 at 11:55 AM
Hei!
E quando pensate di dirmelo? Io sono una scimmia curiosa. Non posso vivere sapendo che c’è un segreto di mezzo. 😀
aprile 23, 2013 at 10:10 PM
Mi accodo alla signora del quinto. Tante cose belle, Dorothy :*
aprile 27, 2013 at 12:32 PM
Pure io le auguro a te e al tuo nuovo momento di tutto cuore, lo sai? (Sei nei miei pensieri)
aprile 28, 2013 at 7:21 PM
❤
aprile 25, 2013 at 3:59 PM
Che bella che sei
aprile 26, 2013 at 10:16 AM
Se solo se ne accorgessero più uomini! 😀
aprile 26, 2013 at 10:25 AM
lo so, lo so, io non ti basto….:)
aprile 27, 2013 at 12:26 PM
Donne. Non si fanno bastare mai niente. 😀
aprile 28, 2013 at 9:40 AM
La tenerezza 🙂
Maggio 2, 2013 at 12:33 PM
Qui se c’è una tenera allo stato attuale sei tu! 😀
Maggio 4, 2013 at 12:01 AM
Non lo nego! Ma sono d’accordo con masticone, sei tanto bella. E tenera. 😀