Impressioni d’America, metabolismi itineranti

agosto 5, 2013

Mood: carico
Reading: Elogio dei fatti di Lee Marshall
Listening to: Vadoinmessico – Teeo
Watching: la Westland Floating Flower Parade attraverso Delft
Eating: yogurt alla vaniglia
Drinking: spremuta d’arancia




white sands | dorotea pace | photography

USA, New Mexico, White Sands. 28 luglio 2012


Io ho l’impressione che tutta la mia geografia interiore sia stata rimodellata dal vento d’America, non credo di sbagliarmi, ho scritto d’impulso al ritorno un anno fa.
E non mi sbagliavo affatto.

A distanza di un anno, il deserto, quando ci penso,
i crinali abbacinanti di fresca sabbia bianca a perdersi incastrati sotto i volumi del cielo bassissimo appartengono a quelle esperienze che se non avessi vissuto sarei per certo stata una persona diversa.

9 Responses to “Impressioni d’America, metabolismi itineranti”

  1. lecosesuccedono Says:

    Foto e colonna sonora.
    Perfette!


  2. La mia invece dal deserto africano, per via di quella luce che solo dopo una certa ora ti consente di aprire gli occhi per vedere cielo e sabbia.

    • dorotea Says:

      Mi fai venire in mente questa fotografia qua di Yamashita.

      In realtà questo è il deserto cinese del Taklimakan, ma mi è tornato in mente perché Yamashita ha dichiarato “[…], ho visto all’improvviso la splendida illusione di una carovana duecentesca illuminata dal sole morente.”
      E insomma, l’illusione e la percezione del deserto sono per loro natura molto legate alle condizioni di luce. A quel gioco tra le possibilità di aprire e chiudere gli occhi.

  3. gelsobianco Says:

    Il tuo è un blog da seguire!
    Fotografie splendide, musiche anche.

    I tuoi pensieri sono profondi.

    Credo che chiunque divenga quello che è attraverso le esperienze che vive. Sarebbe una persona differente se non avesse dentro quelle determinate esperienze che l’hanno plasmata.
    E può essere un’esperienza che, agli altri, pare insignificante, una piccola esperienza, immensa, però, per te.

    Il vento d’ America, sì.
    Sì, è così.

    Leggerò bene tutto il pezzo che hai scritto il 7 agosto 2012.

    • dorotea Says:

      🙂 La misura delle esperienze è dopotutto grande quanto si decide che sia grande nella propria storia. Ed è allora difficile decidere cosa è grade o piccolo oggettivamente, parola importante quanto il mito che incarna. Il relativismo è la più grande conquista – e allo stesso tempo la più grande rovina – umanitaria.

      C’è qualcosa nel tuo modo di apprezzarmi e di aprire dialoghi che mi commuove.

      • gelsobianco Says:

        Amo aprire dialoghi quando trovo qualcuno che dice qualcosa di nuovo, di non scontato come te.
        Ti apprezzo proprio per il tuo modo di essere profonda.
        Il tuo blog è “diverso”.
        Appena avrò un po’ più di calma, potrò seguirti meglio.
        Grazie!

  4. eta849 Says:

    Respiri grandi e sorrisi di più pure 🙂


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