Prologo a faccende di una certa importanza
gennaio 10, 2014
Mood: irrequieto
Reading: Jack Kerouac, On the road
Listening to: Cowboy Bebop OST 2 No Disc – Don’t Bother None
Watching: Arcade Fire – Afterlife live agli YouTube Music Awards. Diretto da Spike Jonze.
Eating: pane nero
Drinking: latte di nocciola
Domani voglio salire sul primo treno che capita e non badare alle destinazioni perchè tutto quello che mi interessa é consegnarmi al movimento del mondo e leggere finchè ne ho voglia.
Parentesi grassa
“Non riuscivamo neanche a immaginarlo, il viaggio. Era il più incredibile di tutti quelli che avevamo fatto.”
[Jack Kerouac, On the road, Parte Quarta]
Posted by dorotea
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Tag:andare senza meta, cogliere, dorotea pace, irrequietezza, Jack Kerouac, lettura, movimento, on the road, Prologo a faccende di una certa importanza, ricerca della serenità, storie, viaggio, vivere
11 Comments » Filed in Valige e questioni ontologiche
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gennaio 12, 2014 at 12:04 PM
la parentesi grassa ha molto fascino. Però il viaggio è un’altra cosa
gennaio 13, 2014 at 10:39 PM
Nota però. La parentesi si è aperta, ma non si è chiusa. 😉
gennaio 14, 2014 at 1:16 AM
Lunga vita alla grassa non chiusa, infatti, che mi intriga e vispa.
Attendo curiosa, però, se non la chiusa, il suo respiro – o anche: allora, sei partita o no?
🙂
gennaio 14, 2014 at 11:31 PM
No, di fatto.
Ma sto respirando a fondo!
gennaio 12, 2014 at 1:03 PM
Dai Dorotea, visto che sei ancora su Kerouac, partiamo che il viaggio per me è ed è stato quello sulla Strada, The Mother Road. Da farsi rigorosamente e “filologicamente” tutta.
gennaio 13, 2014 at 5:41 PM
Andiamo che per quel che mi riguarda, non conosco altro modo di viaggiare. E secondo me tu sai che cosa intendo quando dico “strada”, hai visto quelle dell’Arizona come me.
gennaio 13, 2014 at 9:42 PM
mi hai fatto venir voglia di prendere l’auto e guidare di notte, verso sud o nord non importa, trovare un posto in cui dormire all’alba e poi fermarmi in un posto, senz’altro motivo che ascoltare le persone al bar il giorno dopo, chiedere e ascoltare, guardare attorno e assaporare.
gennaio 13, 2014 at 10:41 PM
Questa è una grandissima cosa. E sentirmi dire che l’ho sviluppata mi riempie di gioia. Chissà, se tu parti e io parto, magari capita di incontrarsi al bar il giorno dopo. 😉
Però, se ci pensi, bisognerebbe trattare sempre di più la quotidianità come se fosse un viaggio.
gennaio 14, 2014 at 12:31 AM
Sapessi da quanto lo faccio e poi torno 🙂
gennaio 14, 2014 at 11:33 PM
Oooh! 😀 Conosco molto bene la tensione irrequieta tra l’andare e il tornare, nostalgici del concetto di radici.
gennaio 14, 2014 at 11:40 PM
Allora capisci bene, chissà dove magari un caffè ci troverà 🙂