Mood: conciliante
Reading: Jack Kerouac, On the road
Listening to: tic tac, tic tac, tic tac,
Watching: The Hobbit: The Desolation of Smaug di Peter Jackson
Eating: melone
Drinking: tisana della buonanotte



Nine Feathers – Heidi Harris (ft. Eta)









“È mia precisa missione dirlo a tutti.”



***

E comunque se la storia della collaborazione tra Heidi Harris – Astoria, New York, USA, America – e Eta – Utrecht, Olanda, Europa – è già di per sè particolare [si veda qui],
quella che sta dietro Nine Feathers lo è ancora di più. La storia è questa:

Mood: sereno
Reading: David Grossman, L’uomo che corre, Michael Tzidon, Myke
Listening to: Bon Iver in live, tra un’ora
Watching: zaini e sacchi a pelo nel corridoio d’ingresso
Eating: cioccolato fondente
Drinking: te



#1

I Mustache Prawn – di cui su questo blog si tessono ampiamente le lodi – sono su Puglia Sounds New, una compilation alla sua terza edizione che raccoglie in diciannove tracce il ben di dio della scena musicale di Puglia e che uscirà in allegato – senza pecunia aggiungere – al numero di XL da domani in edicola. Maggiorni info sono sia sul sito di Puglia Sounds che su quello di XL.
A presentare i Mustache Prawn per Puglia Sounds New ci pensano, come sempre e come sempre bene, Gianvito e Alberto.
https://vimeo.com/52379767

Alla compilation, è associato un concorso che premierà la band la cui clip di presentazione risulterà la più votata dagli utenti del web. Si vota, udite, udite!, sulla pagina facebook di XL, a partire dal 31 ottobre. L’artista vincitore avrà la possibilità di realizzare un videoclip professionale – lo so, attualmente i Mustache Prawn hanno già in attivo due videoclip professionali, Pullover e Never thing so long, visto che ci pensano Gianvito e Alberto – e di esibirsi con i Boom da Bash, i Mellow Mood – che su questo blog sono conoscono – e il Teatro degli Orrori, durante la XL che si svolgerà domenica 2 dicembre, presso Il Teatro Kismet di Bari.

Tutti al voto per i Moustache Prawn! [qui il link diretto]

#2

Laura Guilda, fashion designer emergente di base a Milano – nonché da me medesima conosciuta, sicché a buona ragion(veduta) consigliata -, partecipa al MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award 2012 con la sua collezione Stitch’n spots – in continua espansione –.

MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award 2012 offre al designer vincitore la possibilità di realizzare una capsule collection per Muuse, oltre che una certa visibilità. Io direi che Laura lo meriterebbe – sarò anche di parte, ma a me il giaccone di feltro piace assai –.
Il popolo del web è chiamato a costituire la rosa dei dieci fashion designer finalisti, a partire dalla quale una giuria adeguata selezionerà il vincintore. Si può votare fino alla mezzanotte del 20 novembre e votando, si entra a far parte di un sorteggio per il perfect cocktail dress esticazzi!, disegnato per Muuse da Heidi Paula, il duo vincitore della scorsa edizione di MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award.

Tutti al voto per Laura Guilda! [qui il link diretto]

Finalmente Biscotti

giugno 29, 2012

Mood: debilitato
Reading: Mathias Malzieu, La meccanica del cuore
Listening to: Carly Rae Jepsen – Call Me Maybe
Watching: il ventilatore che va a destra e sinistra con grande impegno ma con scarsi risultati
Drinking: caffè
Eating: niente perché mi sono addormentata ed è già ora di cena



A causa di una certa necessità pseudo-improvvisa di avere il passaporto in fretta e furia che mi ha costretta a capitombolare da Milano a Bari in modalità day-return senza averlo premeditato – venti ore di viaggio in poco più di ventiquattro ore, lo sento chiaramente il mio corpo cantare Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola, poi […] –, e a seguire di una certa laurea di un certo su queste pagine già pluricitato Nicolò che come inevitabile mi ha coinvolta molto da vicino, sono ormai in ritardo con un paio di comunicazioni importantissime, ma siccome per i festeggiamenti il tempo è sempre quello giusto – garantisce una che onora per lo più non-compleanni e non compleanni –, let’s go!

Dopo l’anteprima di inizio mese,

Biscuits, disco di debutto dei Moustache Prawn
è finalmente disponibile su Itunes!


Queste sono backcover e cover del booklet di Biscuits, disegnate e colorate da Eta che ha realizzato tutto l’artwork. L’immagine finalmente – secondo “finalmente” in poche righe – in buona risoluzione l’ho sgraffignata dal suo blog – da qualche tempo ancora più esaltante del solito, complice il fritto misto linguistico che ci si ritrova – dopo averla tanto cercata sul uéb e trovata solo in versione pixel grossi quanto un palazzo.

Se ancora siete indecisi, leggete quello che scrivono Rolling Stone, Let love grow, Dagheisha, The new deal e Il blog dell’Alligatore – con annessa intervitsa ai Moustache Prawn nei commenti – che sicuramente sono più competenti di me in fatto di musica così smettete di essere indecisi.

In contemporanea con l’uscita di Biscuits, è finalmente – terzo “finalmente” – uscito in anteprima solo per Rolling Stone il videclip di Never think so long che è quel video super arrogante degli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin in merito al quale avevo già scritto ‹‹io so, ma devo tacere››, adesso sono troppo contenta di poterlo spargere nel mondo. Il videclip racconta la storia dell’uomo biscotto che da essere un’idea nelle loro teste è diventato il filo conduttore di tutta la meccanica visiva di Biscuits. Qui potete dare un’occhiata al backstage di Never think so long fatto da Annalaura Tamburrini e qui a quello fatto da Nello Rosato, entrambi molto esplicativi dell’atmosfera del set, sniff quanto avrei voluto esserci!

Per concludere con una dichiarazione di fiducia nei confronti di questo progetto,vi segnalo che i Moustache Prawn stanno sognando il palco pare molto ambito del Sziget Festival 2012. Perché loro possano andarci c’è bisogno dell’aiuto di tutto il uorld uaid uèb dal momento che queste prime selezioni si basano su votazione popolare. Per votare i Moustache Prawn, bisogna andare sul sito del Sziget Festival 2012, trovare i Moustache Prawn grazie alla barra di ricerca concorrenti e cliccare sul cuoricino in basso, semplice veloce e indolore, no?

So enjoy!

Made in Moustache Prawn

giugno 8, 2012

Mood: lunatico
Reading: Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi
Listening to: The Temper Trap – Need Your Love
Watching: La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo
Playing: a persuadermi che posso studiare per gli esami della sessione estiva
Drinking: birra
Eating: in grande compagnia



Da qualche mese tenevo stretta tra i denti una chicca talmente slurp che il solo pensiero di condividerla mi mandava in solluchero, non c’è niente di più slurp di una chicca slurp sbafata in compagnia. La mia chicca slurp è una scatola di biscotti di quelle che si trovano non non certo sugli scaffali dell’Esselunga piuttosto su quelli dei music store, una scatola di biscotti davvero genuina zero additivi made in Moustache Prawn, così dice l’etichetta.

Moustache Prawn sono una rock band – età media vent’anni, luogo di nascita i mari della Puglia – che dagli abissi profondi è approdata di fantastica circonvoluzione genetica in fantastica circonvoluzione genetica al podio dell’Italia Wave Puglia nel 2011 e ha iniziato a riscuotere un bel po’ di curiosità e interesse sulla terra ferma, anche Rockit ne ha scritto e a proposito potreste leggere qui la loro intervista. Biscuits è il loro ancora-per-poco-inedito disco d’esordio, sempre Rockit ne ha rilasciato una recensione oltre che i primi aromi streaming, si augura una buona sniffata sonora, tre ragazzotti in gamba direi questi Moustache Prawn e se un po’ vi siete lasciati sconvolgere dalle sonorità british laddove vi sareste aspettati pizzica e taranta state pur sereni che ci sono passati un po’ tutti persino io che di certo non tengo in considerazione l’equazione Puglia pizzica e taranta.
Com’è giusto che sia, potete incontrare i Moustache Prawn nell’etere [senza per forza infilarvi uno scafandro] su maispèis, iutùb, tuitter e feisbùc, oltre che sul loro sito uéb.

Se pensavate che fosse finita qui, siete caduti in errore, non finisce qui e non finisce qui perché alla costituzione dell’immagine dei Moustache Prawn lavorano in pefetta coincidenza d’immaginari altri tre ragazzotti dalla genialità ormai comprovata, una gioia per lo sguardo perché fa mangiare polvere in quantità al livello infimo dell’omologazione nel gusto italiano, tre ragazzotti amici miei di cui io sono tanto, ma tanto fiera.
Eta ha messo in pasta le sue preziose mani per realizzare tutto l’artwork di Biscuits. Sul suo blog è possibile raccattare qualche anteprima, mentre ormai pubblica è la copertina del disco, visibile in cima allo streaming dei brani su Rockit, non c’è molto altro da aggiungere ‘ché come sempre con Eta linee e colori parlano da sè diretti alla pancia.
Gianvito e Alberto invece aggiungono ingredienti d’estro con i videoclip e le fotografie – delle quali qui le prime ufficiali –. Lunedì è uscito Pullover, promo di Biscuits e primo videoclip dei Moustache Prawn, io che ho l’accesso per corsia preferenziale posso anche spifferarvi che è già in dispensa una seconda prelibatezza clamorosissimisima da restarci a bocca aperta.
Intanto voi dovete accontentarvi – se così si può dire – di Pullover



e pazientare un pochino per tutto il resto.

– Lascio traccia del backstage di Pullover in segno di consolazione e compagnia –


Biscuits dei Moustache Prawn esce il 25 giugno,
prodotto dalla Piccola Bottega Popolare e promosso con il sostegno di Puglia Sounds.

Con queste premesse, io non ho dubbi, voglio Biscuits tra le [piccole] cose [di valore] di personale proprietà,
voi no?, mica ci credo!

Mood: irrequieto
Listening to: il districarsi dei pensieri
Watching: In the mood for love di Wong Kar Wai
Playing: sotto la pioggia
Eating: sugo col burro, un vero schifo
Drinking: acqua





A me l’ha infilata nella casella di posta lui che qualcun’altro gliel’aveva infilata nella casella di posta e chissà quel qualcun’altro magari gliel’aveva infilata qualcun’altro ancora nella casella di posta e così indietro e più indietro.
La giro nel vento, francobollo internazionale.

Dedicata

giugno 26, 2011

Mood: confuso
Listening to: il dirimpettaio di Zulio che urla “Io sono un culattone” fuori dalla finestra contro di noi (mbah!) ed in sottofondo La Cura
Watching: tutorial assurdi di After Effects e Final Cut, alla ricerca di un modo per realizzare un’esplosione di luce bianca nel booktrailer diretto da Zulio, per la serie “L’esame è domani, ma noi siamo gente che ridursi all’ultimo momento è uno stile di vita”
Playing: a fare la color correction del booktrailer di Zulio (di cui ho fatto la fotografia), mentre il vento fresco entra dalla finestra e fa sognare
Eating: un dolZetto con le gocce di cioccolato
Drinking: caffè (un altro, non quello di prima!)






a voce bassa e senza parola aggiungere.


Al di là di un grandeGrazie a Zulio per avermi fatto conoscere questo gioiellino, tra un delirio e l’altro.

Canta che ti passa

marzo 30, 2011

Mood: propositivo
Listening to: quanto sotto, sono un po’ monotematica ultimamente
Watching: i monitor della gente attorno a me, cosa vedono, cosa fanno, cosa ascoltano
Playing: con Fotosciòp, liscia la pelle, scontorna, risalta
Eating: fette biscottate e marmellata
Drinking: caffè e latte separatamente






Come quando le uniche parole che riescano a raccontarmi sono inevitabilmente quelle di qualcun’altro, in questi giorni non faccio altro che cantarmi questa canzone e ricantarmela, dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, dalla mattinsera alla sermattina e dalla sermattina alla mattinsera.


Sto cercando di persuadere l’inquilino in fuga dentro di me a fermarsi, sii comprensivo, babe, forse tu sei più sano di me e mi dispiace se ad un qualche punto non ben precisato ti ho illuso di poter prendere il sopravvento, ma io non ho intenzione di affogare nel cesso un bel niente per andare via, ci sono in ballo un paio di cose troppo importanti. E poi le banalità affettive non sono propriamente il mio stile, tu così mi ammazzi.


Che qualcuno mi spieghi cosa c’entra l’orto botanico in dissolvenza sotto questa canzone, sgrunt! La cover del singolo fissa non era abbastanza, ennò!
Mood: criptico
Reading: un po’ qui, un po’ lì, in cerca di ispirazione
Listening to: respiri e ritmi
Watching: un po’ qui, un po’ lì, in cerca di ispirazione
Eating: aria
Drinking: caffè




Lorenzo (Mellow Mood), Live@MAGNOLIA_Milano with Train To Root, 16 febbraio 2011



Alla fine sono riuscita a mantenere la promessa con me stessa.
Ti ho incrociato, persino abbracciato.
Ti ho ascoltato, mi sono cibata, ho saltatato con perfetti sconosciuti.
In fondo ad un giorno debole, ero un po’ più forte, sollevata.

Il fatto è che tu mi raccontavi di quanto sia facile la felicità, a dispetto delle chiacchiere diffuse, ‘ché l’estetica del dolore non è poi sto granchè.
E me lo raccontavi con una chitarra, una risata e il sole in Piazza del Campo.

Ho imparato, sai, a cacciare sorrisi anche nei giorni più acquosi.

La tristezza NON è glamour

novembre 2, 2010

Mood: happy, shalallà!
Reading: Racconti di Gianni Rodari
Listening to: Après la Classe – I Love You
Tribalistas – Ja Sei Namorar
Playing: in Chat roulette, rigorosamente travestiti e truccati (si rimanda al blog di Yanna per delucidazioni in merito)
Eating: torta salata zucca, radicchio & gorgonzola + soufflè di zucca e cioccolato
Drinking: Heineken



“Forse non è proprio legale sai
ma sei bella vestita di lividi
M’incoraggi ad annullare i miei limiti
Le tue lacrime in fondo ai miei brividi”

Lo cantano gli Afterhours, c’è stato un momento in cui non ascoltavo che loro, La Sottile Linea Bianca, Play “Ora che sei vera / Sai la verità / Siamo vivi per usarci…”, Next, Ballata Per La Mia Piccola Iena, Play, “La testa è così piena, non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare!”, Next, E’ la Fine la Più Importante, Play, “Tutto ciò che hai sempre amato giace in una fossa / che han scavato le tue stesse ossa…”, Next, La Vedova Bianca, Play “C’è qualcosa dentro di me / Che è sbagliato / E non ha limiti / E c’è qualcosa dentro di te / Che è sbagliato / E ci rende simili…”, Next, Strategie, Play, “So che lo sai / Gabbie di strategie / Fa quasi impazzire / Fa quasi impazzire / So cos’è…”, Next, Male di Miele, Play, “Copriti bene se ti senti fredda / Hai la pressione bassa nell’anima…”, Next, Rapace, Play, “Verrò come un rapace / A mutilare la pace / Dentro nel tuo cuore, eppoi / Se vuoi la mia reazione / Essia / Essia / Essia / Essia / Essia!…”, Next, Pelle, Play, “Cercherò su di me / La tua pelle che non c’è…”, Next, Quello che non c’è, Play, “Perciò io maledico il modo in cui sono fatto / Il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco / Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia / Quello che non c’è…

Insomma, bro, taglio corto, capisci quel che voglio dire, no? Se le cose stanno così, io devo essere stata davvero bellissima, a tratti sublime, io, che ho raccolto per strada sassi da stipare nelle tasche e fiori pochi ed effimeri, che ho ingigantito mostri per i miei giorni e messo in latitanza dolcezza e ingenuità, gioie e ritmi tribali, che ho incitato me, menade ebbra sul mio stesso corpo e ne ho risucchiato il respiro, guardandomi dritto in faccia dentro uno specchio. Assieme all’ossigeno, nel sangue mi scorre l’Albascura dei Subsonica – mi ci hanno persino paragonata l’estate di tre anni fa, ficata.

“Si nutre di cose che fanno male
E ama quando è l’ora di odiare,
Si nutre di cose che fanno male
E odia quando è l’ora di gridare”

e là là là…

Ma sai che c’è, bro? Sono tutte cazzate. Una sera, sono capitata a bere una birra nel solito locale, con il solito gruppo d’amici. C’era in più una tizia mai vista prima, un’amica di un amico del solito gruppo d’amici. Avresti dovuto vederla sorridere. Avresti dovuto vedere come, anche quando non spingeva all’insù gli angoli delle labbra, gonfiando le guance, una serenità morbida permeava il suo sguardo, una gioia semplice, fatta di piccole cose, gli amici, le birra, le chiacchiere. Lei era chiara, lei era bella, lei era un mare calmo in cui è dolce il naufragare, non io, incappucciata nella mia malinconia complessa, illividita nei contrasti, un vermetto pallido io, truccato ad Halloween, v e r g o g n a.

13 Ott 2010
Da: X
“Smettila di rincorrere chimere. Quaggiù c'è la vita..
Quella vera, quella reale e nn è facile per nessuno...
Con tutto il mio amore..”

La smetto, bro, dico davvero.
La vita è troppo breve per trascorrerla in una logorante estetica del dolore e, come ha detto una volta un tizio – ma non un tizio qualunque per me – la sofferenza NON è glamour.
Dopotutto so ridere e sorridere, so sognare e danzare nel mondo senza peso, a piedi nudi. Perché continuare a negarmelo?

Perciò dai gas, bro!
Io sto in sella, stavolta non casco.
E questa salita la affrontiamo, ti dirò di più, la conquistiamo.
Viaggio leggera, sto svuotando le tasche.

Se ti sembrerò un po’ rude, un po’ imbranata, ricorda solo che così è la gioia di ogni inizio.

MOVE! Dance!

agosto 18, 2010

Mood: lieve
Listening to: Mellow Mood
Watching: Mellow Mood




Ecco, finalmente, una bella sfumatura di colore acceso in quesa siesta emotiva da fine estate!


Oggi ho ritrovato online il nuovo videoclip dei Mellow Mood, band raggae di Pordenone, in cui suona e canta (lui ci tiene alla specifica) anche il mio amato coinquilino dei tempi in cui studiavo a Siena, quello che nel video assomiglia troppo al cantante, essì, sono gemelli – Lorenzo, se mi stai leggendo, ti voglio bene! Sei un neo-cipolla anche tu ormai!





Al di là del fatto che questa è una delle canzoni che più mi piacciono del loro cd, Move, il primo,
al di là anche del mio personale affetto per Lorenzo e fratello, che sono due persone grandi così,
questi ragazzi, tutti insieme, mi iniettano gioia e voglia di ballare anche su un balcone ristretto, in una notte milanese.


Ora, visto che ci sono, posto anche il loro primo videoclip.





Prima o poi li vado a sentire live, ecco. E’ una promessa a me stessa.
Chiunque dovrebbe, credo. Meritano.



Per approfondimenti, li trovate su
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Mood: estasiato
Listening to: Wim Mertens
Playing: con le emozioni
Eating: gelato
Drinking: caffè



… lo spaccherei!”
Ha detto proprio così, mio zio.

Stasera Wim Mertens ha suonato ad Alberobello, sotto un tetto di stelle.
Ha picchiato i tasti ed ha patito con tutto il corpo, avvolto nella luce artificiale arancione.
Ha fatto gorgheggiare l’anima.

Stasera io ero lì e Wim Mertens mi ha portata a compatire con lui.
Non potevo che osservare le sue mani e la tensione dei suoi muscoli.
Non potevo che inseguirlo, trascinata dal ritmo variabile della sua musica. Sempre incompiuta.
Non potevo che lasciarmi sconvolgere, senza ritegno, fino allo sfinimento.

Lo stomaco non ha smesso di ardere e farmi male per ore e ore.

Quasi non mancava niente.