Mood: adrenalinico
Reading: Bruno Schulz, L’epoca geniale, in L’epoca geniale e altri racconti
Listening to: musica rock random
Watching: quel signore impettito che finge di guardare altrove mentre, invece, mi immortala con il suo smartphone mentre scrivo affacciata alla vetrata del cafè
Eating: cantuccini
Drinking: infuso di menta fresca



Dopo aver rilanciato ieri IL progetto dei mesi passati, oggi esce, invece, The inner symphony, un nuovo film di Giulio Volpe, al quale ho collaborato nei mesi più recenti, scrivendo la voce fuori campo.
Giulio mi ha detto Vorrei lo facessi tu e a me è spuntato un sorriso grande quanto la mia faccia – che è grande abbastanza – perché mi sono sentita come tornare in vigore e sperimentando una nuova veste.
Prima della prima proiezione di The inner symphony a Milano, a inizio ottobre, io non avevo mai assistito allo spettacolo dell’incontro tra le mie parole e le immagini di qualcun altro – mai neanche scritto pensando ai nessi che si devono creare tra parole e immagini in un film, tutti i miei film sono muti –, né mai avevo udito un’interpretazione di un mio testo, cosa che mi ha enormemente emozionata.

The inner symphony è l’esegesi di un orgasmo, ma al di là di questo, Giulio per primo preferisce esprimersi il meno possibile sui concetti e sulle significazioni di fondo. Ognuno, dice, coglierà la propria chiave di interpretazione. A patto di lasciarsi suggestionare.


Io dico: si stringa la gola di ogni budello sul fascio di luce che la penetra e la intronfia – la strana certezza di aver chiara ogni cosa, poter figurare l’infigurabile.
Ecco la precipitazione della materia molle dal suo adagio all’esuberanza del sangue, ecco il flusso che ramifica al mare dalla depressione strett’attorno al mio seme,
i pensieri dell’esser vivo sono emozioni strappate agli ormeggi
,