Momenti di Pane
dicembre 5, 2011
Mood: rilassato
Reading: Gianni Biondillo (a cura di), Pene d’amore
Listening to: il mio amico Gaga che parla di come i gatti comunicano per andare a cagare
Watching: Roma
Playing: a trattenere la pipì
Eating: banana
Drinking: caffè
Qualche tempo, scrivendo dell’accelerata del comparto professionalavorativo nella mia vita, en passant ho fatto riferimento a un lavoro in merito al pane.
Ebbene dunque – ora che siamo entrati nel vivo della faccenda, posso dirlo senza incertezze – insieme a Lou e l’amico Fajele, sono impegnata nella realizzazione di un cortometraggio che vede la collaborazione tra Mulino Bianco e NABA, l’accademia in cui studio.
Volendo raccontarla senza fare troppo i seriosi barbosi, i fatti sono andati pressappoco così.
Mulino Bianco e NABA si sono incontrati e hanno deciso di bandire il premio “Momenti di pane”, all’interno del Nabawood che ora vi dico cos’è, lo vado a pescare sul blog del Nabawood stesso, è un festival per cortometraggi, documentari ed animazioni, nato per gli studenti della NABA, ma aperto anche a tutti i giovani registi e amanti del video, con l’obiettivo di presentare una rassegna dei lavori realizzati in NABA calati nel contesto più ampio delle attuali produzioni, come raffigurazione autonoma e innovativa del panorama contemporaneo audiovisivo, potrebbe non fregarvi di meno, ma mi andava troppo di buttare al vento quattro righe menose. Fra i partecipanti di questo Nabawood, quanti avessero ambito al podio del premio “Momenti di pane”, oltre a presentare i propri progetti-portflio, avrebbero dovuto spremere le meningi per proporre, entro il giorno ics di settembre, un soggetto che sprizzasse da ogni carattere emozioni e ricordi legati al pane. Poi una giuria composta da Mulino Bianco associated with l’agenzia di comunicazione Armando Testa e l’agenzia Network Comunicazione, avrebbe selezionato due sceneggiatori, due direttori della fotografia e due montatori che si sarebbero caricati in spalla una borsa di studio ciascuno, e dopo essere stati divisi in due team, la realizzazione di due cortometraggi paninosi con un piccolo budget destinato alla realizzazione dello stesso. Dopo di che, i due cortometraggi si sarebbero sfidati a marzo 2012 su internet e ai suoi utenti sarebbe toccato l’egregio compito di alzare o abbassare il pollice per decretare il team vincitore da spedire alla University of Art and Design di Santa Fe per la frequenza di un corso estivo di inglese.
Io, borderline rispetto alla data di scadenza, ho detto ‹‹Massì!›› e, a ottobre, mi sono ritrovata a far parte del primo team come direttrice della fotografia, insieme a Lou come montatrice e l’amico Fajele come sceneggiatore. E qui sta scritto perché.
Ne è seguita la girandola di incontri con Mulino Bianco e Agenzie per definire l’idea e il soggetto del nostro cortometraggio. Che poi la sfida progettuale proposta si è rilevata sempre più interessante col passare del tempo perché fin dal primo momento ci è stato richiesto di innovare e sperimentare su un’immagine di mercato che, come quella della Mulino Bianco, è già ben definita nell’immaginario e per certo non si può ignorare o stravolgere.
Non dico che è stato semplice, altrimenti non sarebbe stata una sfida, ma adesso, dopo un mese di scervellamento e una serie infinita e sfinente di soggetti pensati, cestinati, proposti, procrastinati, il nostro progetto definitivo c’è: Indovina che manca a cena?
Come sempre, le cose da fare sono tante e come sempre sono da fare in fretta, tenendo conto come sempre delle tempistiche molto condensate. Di interessante c’è che abbiamo anche aperto i casting. Gente fatevi avanti!