Mood: vagante, ma fondamentalmente sereno
Listening to: Low – Drag
Watching: i lineamenti dei volti sconosciuti che s’incontrano nella metro
Playing: a modellare un orologio da taschino in treddì per l’esame di treddì che dipendesse da me non esisterebbe
Eating: mozzarella finta e maionese, quando si dice la sanità alimentare
Drinking: caffè




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Fotografie di backstage scattate da Zulio
– con buone probabilità anche da qualcun’altro in giro per il set –


Se guardo col famigerato senno di qualche giorno dopo al set di Indovina che manca a cena? per il progetto Momenti di Pane – Mulino Bianco, in collaborazione con l’Agenzia Network e NABA – mi sembra di poterlo annoverare senza esagerazione tra gli spartiacque che segneranno la mia carriera professionale perché mi ha sbattuta faccia a faccia con una dimensione che fin’ora mi era rimasta sconosciuta e che è quella di quando gli obiettivi, le problematiche e le dinamiche si fanno più grandi della conoscenza che se ne possiede. Potrei anche scrivere che è stato facile portare a casa un buon risultato, ma per me è stato maledettamente difficile al punto da spogliarmi di parte della visione romantica che avevo sul mio lavoro.
Detto ciò, Indovina che manca a cena? è stata un’esperienza di reale maturazione tanto professionale, quanto personale. Tengo a ciascuna delle osticità che ho incontrato sul set di Indovina che manca a cena? in modo particolare perché, malgrado queste, il lavoro che abbiamo portato a casa è molto buono, ma soprattutto perché, per reazione immmediata a queste, ho sentito consolidarsi tutte le mie aspirazioni e quindi la mia urgenza di crescere crescere crescere e poi superarmi, devo punto c’è in discussione quello che voglio fare della mia vita quello che reputo importante e non serve fermarsi a discuterne oltremodo.

Quindi grazie a Raffaele e Laura, miei compagni fin dal primissimo secondo, e ancora di più a tutti quelli che hanno lavorato in team con noi a Indovina che manca a cena?, rendendolo soddisfacente così com’è con leggerezza nonostante le difficoltà, io as always mi risparmio l’elenco per una lettura più agevole, a questo provvederanno i titoli di coda.

Da tabella di marcia, Indovina che manca a cena? sarà online il primo marzo, insieme al cortometraggio sul quale ha lavorato il secondo team selezionato per il progetto Momenti di Pane, composto da Zulio, Matteo Stefan e Federico di Corato, per altro stimati colleghi [qui Zulio racconta del lavoro del quale si sono occupati].
Da questo momento in poi, voi utenti del uorld uaid uéb in piena libertà potrete insultare o votare il progetto che ha scoccato la freccia più veloce nel vostro cuoricino, cosa che sarebbe assai più gradita di qualsiasi insulto perché noi due team di lavoro per un po’ ci faremo la guerra silenziosa sul uéb a causa di quella settimana studio a Santa Fe che è il premio finale per il team vincitore e che per sua natura fa gola a tutti e sei. Basterebbe dire che Laura e io, già da una settimana, ci sogniamo con le ciglia finte e il sombrero mentre dal New Mexico ci caliamo in Messico e poi sempre più a Sud, un pomeriggio siamo arrivate fino in Patagonia. Ma questa è già un’altra storia.

Cut Off, il backstage c’è!

novembre 18, 2011

Mood: facilmente irritabile, causa raffreddore
Playing: ad arricciarmi il riccio, brutto vizio che minaccio di riprendere
Watching: Kanye West – Runaway (cazzo di tamarri!)
Eating: tofu e patate al forno
Drinking: tanta acqua




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Lo so, lo so, sono passati sei mesi dalla fine delle riprese di Cut Off e da che mi ero riproposta di pubblicare il backstage. Ma vabbè, i tempi lunghi qui non sono una novità!
Le fotografie sono state scattate per lo più da Lou (aiuto regia e segretaria di edizione) e Nicolò (costumista), qualcuna anche da me tra la preparazione di un set e l’altro.

Rivedendole dopo tanto tempo, ritrovo nel mezzo qualcosa di ciò che sono stati quei giorni e ne sorrido bellamente. Eravamo quasi vergini del set, giocavamo di più. Resta ben inteso che anche se oggi ci siamo inoltrati in una turbina meno infantile, fare un film è una tra le esperienze più fenomenali che conosca.

Nel giro di una settimana, catapulteremo nel vuorld vaid vueb Cut Off e chiunque potrà lapidarlo o gettargli una rosa. Io spero solo che, in qualsiasi modo, venga ascoltato.

Intanto ieri Zulio mi ha chiamato per darmi una bella notizia. Cut Off è tra i finalisti del Cort’O Globo Film Festival.


(e tanto per concludere a dovere, faccio notare che in queste fotografie si può rintracciare con facilità l’origine de La Daina Production alias Le nostre brutteproduzioni.)

Mood: tranquilleggiante
Reading: news inattese in merito ad un nuovo album dei Nightwish, ommygodd non ci speravo più!
Listening to: Paolo Conte – Via con Me (It’s wonderful)
Playing: a sognare il Polo Sud, mentre sembra di essere a Il Cairo
Eating: spaghetti e patafaccine
Drinking: acqua, tantissima



… il degenero!

Capitava pochi minuti dopo l’ultimissimo ciack di Cut Off ed una gavettonata di dovere.





Ebbene sì.
Avevamo i nostri buoni motivi per festeggiare e ridere e folleggiare attorno a degli stativi.
Avevamo i nostri buoni motivi per essere schifosamente trash.



Magari a breve, sfuggendo tra un esame e l’altro della sessione ormai imminente, mi riesce di pubblicare il backstage ed anche di buttare giù qualche parola su questi quattro giorni di set. Di fatto, ce ne sarebbero tante ed ognuna ha a che vedere con la soddisfazione, quella lavorativa e quella umana.

Mood: combattivo
Listening to: dopo il suo concerto di ieri sera, direi Sade, Sade, Sade
Playing: a soffocare la tosse
Eating: effettivamente me ne sono dimenticata… yogurt!
Drinking: acqua




Stiamo finalmente girando il pluriaccennato booktrailer per l’esame di regia in Naba, Laura ed io, e quasi sembrava impossibile, a valutare il crash del Mac di Laura con dentro tutto il lavoro di ideazione e pre-produzione, gli sconvolgimenti estremi e non sempre facili nella quotidianità di questi giorni ed il tempo mai sufficiente e la stanchezza fisica e mentale dopo giorni di riprese antecedenti per un nostro compagno di classe e le difficoltà incontrate sul set, prime tra tutte la preparazione e l’allestimento della scenografia e la gestione di un bambino-attore di sette anni e mezzo recalcitrante, iperattivo ed ipercurioso.
Stiamo finalmente girando il booktrailer, Laura ed io ed in verità dobbiamo ringraziare una valanga di persone che ci stanno sostenendo ed aiutando nel lavoro con una spontaneità che mi emoziona e mi rasserena quando mi assale la tensione e il timore di non avere le capacità per portare bene a termine il mio lavoro.


Perché di fatto abbiamo ideato un progetto più articolato, rispetto alle possibilità di due sole persone ed, ancora più di fatto, questo è il mio primo set serio nel ruolo di direttrice della fotografia e ci tengo, dannatamente ci tengo a fare il mio lavoro al massimo e ci tengo perché mi piace farlo, ma anche perché stiamo girando il booktrailer di Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, un libro che per me è scrigno di immaginario emotivo dall’intensità devastante ed attorno al quale il mio cervello calamita continuamente dal giorno in cui l’ho aperto, per caso, la prima volta.



Ad oggi, manca un giorno di riprese, dopo il quale resta da affrontare tutta la fase di montaggio e costruzione audio e la curiosità dell’esito finale si traduce in un costante formicolio generale del sangue.


Perciò, in attesa dell’uscita ufficiale, mi limito a poche fotografie di backstage, scattate durante l’allestimento della scenografia e, da Yanna, durante il primo giorno di riprese.


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*Si noti pure la versatilità dell’utilizzo dei cartoni della pizza in una scenografia!