Raschiare i neri / Archeologia della felicità
marzo 22, 2014
Holland, 8 am
ottobre 19, 2012
Mood: ansiogenato
Reading: Ercole Visconti, Parole illuminanti
Listening to: fringuellii e cinguettii
Watching: il sole, finalmente dopo giorni e giorni di pioggia
Playing: a dis-ansiogenarmi
Eating: involtini di melanzane
Drinking: latte e cioccolato, che domande?!
Holland, Rijswijk, 19 ottobre 2012, 8 am
È evidente che, negli ultimi giorni, sto esercitando le facoltà del silenzio più che quelle della parola. Allo stesso tempo, ho l’impressione di comunicare tante e tante cose.
Ma con buone probabilità si tratta soltanto di una mia impressione [non sarebbe la prima volta].
Amniotica // Un Autoritratto Provvisorio IV – Dicembre 2011
dicembre 27, 2011
Mood: taciturno nauseato
Reading: quello che Lou mi scrive in chat, facendomi ridere a orari improponibili
Listening to: Laura Pausini – Bastava (e sì, lo so che Laura Pausini è nella tripletta primordiale dei cantanti italiani che mi stanno sul culo, ma questa canzone è una storia a parte perché il testo è di Niccolò Aglierdi e lo sento molto mia in questi giorni dalle ri-considerazioni affettive. E sì, la canto pure. “Bastava fare a meno delle buone maniere”)
Watching: le vetrate illuminate dei palazzi di fronte
Playing: a ficcanasare nella vita degli altri con papà, grazie feisbùc!
Eating: tortelli in brodo
Drinking: te
‹‹Abbine cura, questa ferita sta andando in cheratosi.››
‹‹Che benedizione!›› Se continua a creparsi, questa volta è perché i nuovi albori premono per germogliare in un sangue purgato. E qualcuno già s’insinua e gorgheggia.
Non mi sono mai considerata una dai modi gentili con se stessa, tanto più nel dolore. Per questo mi piace pensare alla mitezza inaspettata con cui oggi affronto i pungoli tra cuore e cervello, quando penetro nel buio attraverso la gola della ferita più fresca e ne traggo chiarore da spargere fin nel movimento più minuto. In questo ritrovo bellezza. Non più nell’essere coperta di lividi, di rabbia e d’orgoglio.
Questo pomeriggio, in un parco a Rijswijk ho anche visto un uccello ignoto che sembrava una fenice. Una creatura spaventosa e attraente da perfetta sconosciuta.
Note sull’Insonnia, L’Ennesima
febbraio 14, 2011
Mood: piombato andante
Reading: robe da esami, a ritmo da bradipo
Listening to: Sade e Bonobo
Watching: il caos di cui mi circondo e Pauline che svetta sul cavalletto
Eating: pata-pizza di Padre Pio (sono recidiva!)
Drinking: Coca-Cola (ogni tanto diserto anch’io)
Che senso ha questo cercarsi ad occhi chiusi nel buio, violenti come fiere che inseguono un umore, per tenersi stretti nel groviglio dei corpi, stremati dalla lotta e con la pelle arrossata, tra lenzuola disfatte?
E’ come fare l’amore…
«C’erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero del male a me. Misi la mano su di lui. Per me è sempre stato così importante toccarlo. E non ho mai saputo spiegarla. Toccatine da niente. Le mie dita contro la sua spalla. Quante centinaia di migliaia di dita che si sfiorano servono per fare l’amore?»
[Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino]
Evo-lux
febbraio 10, 2011
Mood: lunatica
Listening to: Telefon Tel Aviv – Sound In a Dark Room
Playing: a dipingere con la luce
Eating: yogurt e cereali
Drinking: acqua
Nel buio, è l’evoluzione del corpo nello spazio a dipingere la luce.
Un corpo che, nel buio, trova il suo colore.
Un corpo che nel buio si fa strada.