Amori in formaldeide

novembre 18, 2010

Mood: inquieto
Reading: National Geographic Novembre
Listening to: Negramaro – Basta così (“liberi ci sembrerà di essere più liberi / e intanto farò a pugni contro il muro per / averti ancora qui…“)
Watching: una performance targata Fluxus‘s, mbah…
Playing: con Marino il cavalletto e Pauline, monta e smonta la macchina dalla testina rotante, roba da demenza senile
Eating: domattina, magari
Drinking: camomilla




‹‹Je pensai que toutes mus amours avaien été ainsi. une émotion subite devant un visage, un geste, sous un baiser… des istantes épanouis, sans cohérence, c’était tout le souvenir que j’en avais.››

Françoise Sagan, Bonjour tristesse



Ho pensato alla mia scatola di souvenir in cima ad un armadio, al suono che emette quando la rigiro tra le mani, quel che scivola, quel che s’incaglia, quel che rotola, quel che s’infrange, quel che fruscia e quel che tintinna e insieme correnti di vita che rumoreggiano stanche come strette in un’insenatura.


Mi ci sono immersa, prima ancora d’esserne consapevole, ho annaspato tra lettere e fotografie, film e canzoni, disegni dedicati e biglietti e scontrini e cartoline, petali di rosa, bustine di teh e involucri di cioccolato, spille e bracciali e lacci di scarpe e creature di pezza, bazar ancora tiepido deputato a combattere l’horror vacui di rapporti, manca il fiato, rovesciano gli occhi, punge ancora ancora dove fa più dolore.
C’è chi dice bisognerebbe incendiarle, la scatole di souvenir, una fiamma nella notte e segue l’aurora. Io non mi fido di chi celebra sabbath alla fine di un amore, come si può assassinare quel che per natura è immateriale? Come quel che s’è amato? Alla damnatio memoriae preferisco le cicatrici brune che sanguinano anche solo dopo una notte dai sogni incerti, la corsa e i balzi nel vuoto del cuore fino al cedimento, non è tanto forte il mio, errore genetico. Se non altro, ho respirato.


Ho pensato che i miei amori sono tutti in fondo alla scatola, in ognuno di quei souvenir, momenti infinitesimali deputati all’eternità in formaldeide, niente di più prezioso né di più duraturo. Eppure, sì, c’è un “eppure”, a volte fa paura l’idea di sfiorire senza nulla più che un’orda di souvenir in una scatola.


Pensieri, incubi notturni, frequenze alterate di un corpo che implora pietà,
dietro le quinte di una personale educazione ad un ben-vivere quotidiano.
Lezione n° 1: delinearli perché non diventino mostri indomabili nel buio.
Lezione n° 2 – estemporanea: mai più il tartufo a sera poiché difficilmente digeribile, al punto tale da comportare spostamenti di consistenti masse oniriche verso lande inquiete e conseguenti scombussolamenti emotivi durante il giorno.