Horror Vacui
agosto 8, 2012
Mood: //
Reading: quando avrò superato l’indecisione sul libro a cui dare la precedenza nella lunga lista d’attesa
Listening to: Of Monsters And Men – Love Love Love
Watching: la baronda per casa prima di viaggiare di nuovo verso Sud
Eating: pne e marmellata
Drinking: tazzoni di caffè dopo un lungo periodo di astinenza
[Lo stesso che certi altri giorni colpisce con la paralisi di un qualsiasi segno grafico adeguato
(per non dire “di un qualsiasi segno grafico punto e basta”, – ho bisogno di trovarne qualcuno-)]-)]-)]-)]-)]-)]-)])])])])])])] e devo dire che le parentesi non mi dispiacciono affatto.
La pelle ritratta è quella di Nicolò esemplare eminente dalla straordinaria complessità tra quelli a me più vicini che sul (dal) tema sono afferratissimi, trovo molto bello quando lui occasionalmente si espande sulla mia pelle.
Soltanto
Maggio 24, 2012
Mood: rintontito, ma soddisfatto
Reading: Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi
Listening to: Devendra Banhart – Baby
Watching: disordini domestici
Playing: su un nuovo set di cui Lou scrive qualcosa qui
Drinking: acqua, tanta per alleviare il raffreddore
Eating: macine con nutella
Strano è che dopo giorni e giorni e giorni – e giorni? – a tentare di esprimere [qualcosa di più], alla fine, tutto ciò che mi torna in mente è questa fotografia ancora sempre e soltanto.
“Soltanto” non è qualcosa che è meno di qualcos’altro. “Soltanto” è qualcosa che è un tutto tondo.
Ragion per cui così tanto strano non è che dopo giorni e giorni e giorni – e giorni? – a tentare di esprimere [qualcosa di più], alla fine, tutto ciò che mi torna in mente è questa fotografia ancora sempre e soltanto.
La verità è che per il momento l’horror vacui l’assenza nel mondo di tracce di macchie di me medesima a caratteri vivi bianco su nero nero su bianco non mi turba affatto tutt’altro, ma di questo scriverò ai primi sintomi di necessità suppongo qualcuno si sia già manifestato se stasera sono qui
è perché
[…]
Nella fotografia che mi torna in mente ancora sempre e soltanto, Nicolò e il suo fantoccio alto due metri e più di nome Fantoccio.
Ad Un Corpo, il Mio
luglio 14, 2011
Mood: tranquillo
Watching: Harry Potter e i Doni della Morte, la tradizione adolescenziale da rispettare
Playing: a riposare, ma anche a ri-rompermi il solito piede, per altro il giorno prima di una nuova partenza, Danni, Danni, Danni!
Eating: zuccherini in tutti i luoghi e in tutti i laghi
Drinking: acqua zuccherata
Mia madre ci ha sempre tenuto a ricordarmi che prima o poi ti riprendi tutto ciò che ti si toglie, mio corpo, che perciò mi conviene smetterla di sfruttarti e non darti tregua e spingerti in corsa e trascinarti, trattenendo dietro i denti il dolore, incurante del furore bruciante delle ossa, dei muscoli, del cuore, dello stomaco.
Per te, è vero, non sono mai stata una compagna tenera, troppo piccolo e sacrificato tu e debole per contenere le scariche distruttive e creative con cui ti bersaglio nel metabolismo continuo dell’essere che definisce il cambiamento, incapace come sono io per prima tanto di amarti e di odiarti completamente, quanto di considerarti puramente un corredo estetico alla mia interiorità perché interiorità ed esteriorità si esprimono in me sempre l’una addosso all’altra, corrono insieme per cercare di sciogliere i nodi e si abbracciano e poi si azzuffano e si soverchiano e infine si abbracciano ancora e di questa lotta entrambi hanno marchiate le tracce. Sei il mio corpo, mio corpo, tutto ciò lo sai già. Probabilmente diversamente ti sarebbe andata più comoda e per diversamente intendo se io non fossi stata io.
In quest’ultimo periodo abbiamo corso tanto per vivere e vivere liberi, sperimentando quella certa mania tutta umana a riempire ogni vuoto emotivo ed emozionale improvviso, una sorta di horror vacui che si trasforma in una divertente, quanto drammatica capacità di mettere in atto un meccanismo vitale dietro l’altro pur di nutrire l’anima, se non è questo un elevato esempio di istinto alla sopravvivenza!
Bestemmiami, mio corpo, ne avresti di motivi, ma resisti!, ti ho pregato con l’insistenza di una litania ed intanto ho corso con più ferocia ancora e ho perso il controllo sul respiro e sul battito cardiaco e c’è stato il dolore fisico e quello mentale, il tentativo di frenarlo ad ogni costo e il sentimento di solitudine corrosivo in mezzo alla folla estranea in attesa in un cesso pubblico all’uscita del cinema, poi la marea dentro, pesante e densa come mai l’avevo provata prima e trascinante, un fischio assordante nella testa ed ancora il tentativo caparbio e potente di resistere e resistere e resistere disperatamente resistere per non afflosciare al pavimento, Sta su, non ora e soprattutto non qui, così platealmente, finché forza e sentimento non hanno ceduto, Aiutami.
Adesso bestemmiami, mio corpo, ne avresti di motivi, bestemmiami e bestemmiami a gran voce. Ma capiscimi, ero troppo impegnata a cercare qualcosa, qualsiasi cosa pur di andare avanti e non farmi sopraffare dal desiderio di tornare sui miei passi. Mi do una calmata, d’accordo.
Il giorno in cui non ci incontreremo
ottobre 11, 2010
Mood: sfiancato
Reading: National Geographic Ottobre
Listening to: le proteste di uno stomaco
Drinking: cappuccino
Il giorno in cui non ci incontreremo* sarà un giorno di sole che mi brucerà la schiena, ma insinuerà gelo nelle ossa e non ci sarai tu e non ci sarà nessun’altro.
Il giorno in cui non ci incontreremo sarà un giorno giusto per creare un nuovo scenario, appena tratteggiato, all’interno del quale costruire sogni e fantasie ancora mai nutriti. Troppo labile per sopravvivere al secondo, ma un secondo oggi, uno domani, ne fanno due e dopodomani potrebbero essere già quattro.
Si soffre davvero di horror vacui, poi chi lo ricordava!