Flessi-bile

gennaio 5, 2012

Mood: sfiancato
Listening to: Kimbra – Settle Down
Reading: nozioni di fisica per il buon elettricista cinematografico
Watching: due strambi uccelli verdi attaccati a un ramo pericolante
Playing: ad andare ancora un po’ più in là
Eating: con un po’ di fatica
Drinking: caffè



Ho riflettuto molto sulla rigidità con cui gli uomini di tutto il mondo ricercano e incanalano bisogni, aspirazioni, passioni, la realtà intera. Come se le cose dovessero andare esattamente nel modo in cui le programmarono al principio, quando invece è più probabile che col tempo cambino sempre e soltanto di più.

Eppure non smetto di pensare a come l’erba ciondola e gli uccelli volano nelle intemperie. A quel loro modo armonioso di andare alla deriva e riaversi, di battagliare per se stessi, accordandosi a meraviglia con le rotte dei venti incalzanti. È evidente che in natura, la capacità di sopravvivenza si misura con la virtù della flessibilità.

flessibile
[fles-sì-bi-le] agg. dal lat. flexìbile, da fléxus+bilem
1. che può piegarsi/essere piegato, senza rompersi
sinonimi: elastico, pieghevole
contrario: rigido
2. che può cambiare e adattarsi, in relazione a circostanze e contesti differenti
sinonimi: adattabile
contrario: inadattabile



[la fotografia fa parte di un progetto realizzao a Roma dal fotografo newyorchese Richard Barnes, sul volo degli stormi degli uccelli. L’intera sequenza fotografica, Murmur, è disponibile sul suo sito web personale. Ho sviluppato una specie di patologia che mi porta ad andare a vederla una volta al giorno.]


Io per un po’ continuerò a camminare in direzione opposta al vento, a resistere alla violenza con cui mi schiaccia i muscoli della faccia. Solo per l’estasi che mi trasmette muovermi controvento e dar guerra con tutto il corpo, fino a sentire i muscoli stridere. Lascio allo sconforto di un istante ogni pretesa di eternità e incorruttibilità. Sono decisa ad abbracciare tutto il cambiamento che mi sta precipitando dentro. Ad adattare l’apertura delle braccia e la velocità del passo per non finire schiacciata da una corrente opposta. A riversarmi nelle emorragie della vita che mi percorrono incessantemente. Forse, più che flessibile, io sono liquida.

Senonché talvolta, mi domando quale sarà l’ultima cosa di me che resterà, quando sarò del tutto sciolta. Quale il mio nocciolo indiscutibile. Quello da quale mi sono elevata e quello nel quale mi rannicchierò. Quello dal quale riemergerò.