«Qualcosa intorno alla luce», prima del Capodanno
gennaio 1, 2013
Mood: euforico
Listening to: il silenzio insolito di Milano nei giorni di festa
Eating: castagne
Drinking: te arancia e cannella
Tre anni, trentanove esami – anche se a libretto ne risultano ventidue – e tre abilitazioni dopo,
la tesi.
Che poi, nel mio caso specifico, tesi è il nome che si dà a un’occasione e a un pretesto, quello per lavorare a un nuovo progetto al fondo di un semi-lungo periodo di pausa, nel quale ho vissuto una profonda crisi esistenziale causata dalle famigerate abnegazioni da videomaking, mi sono sentita persa, sola e senza nulla da dire, sono andata e tornata dall’oltre oceano e da un altro paio di luoghi, ho cercato e trovato stimoli e storie da raccontare, fatto e disfatto migliaia di progetti e possibilità, dato gli ultimi dieci esami, cercato di fuggire per ritrovarmi all’improvviso più serena e con qualcosa di molto vicino e a me congenito da esprimere.
Questo qualcosa ha a che vedere con un paio di scarpe al contrario e un vecchio comodino pieno di polvere, ma anche con un uovo di struzzo e un veliero di stuzzicadenti raccolto una domenica in un mercatino dell’usato, con un disegno di Apollo radioso e una Singer del 1940 e tante altre cose stupefacenti,
racconta di «Qualcosa intorno alla luce».
Ora abbiate pazienza. Più o meno tutti vi siete laureati e più o meno tutti avete letto in occasioni passate cosa diventa la mia vita quando mi immergo in un nuovo progetto che dilaga in ogni angolo della mia persona. Mi vengono le crisi d’odio e quelle d’amore a una velocità di alternanza fotonica. Ho bisogno di tempo e non c’è mai tempo, è sempre e comunque tardi, con questi ritmi è difficile essere presente. Senza contare che questo progetto in particolare è per me un’occasione parecchio preziosa e complessa, speciale, e che perciò sono impegnata a vivermelo. Non è ancora arrivato il momento di tirare le somme.
Ho il sospetto che il giorno in cui lo farò, sarà anche per me [una sorta di] Capodanno, fine di un ciclo e inizio di uno nuovo.
A voi però, Buon 2013.
Progetti per i prossimi 10 giorni
aprile 26, 2012
Mood: accelerato
Watching: dentro lo zaino un pugno di cose necessarie
Drinking: caffè
Eating: cornetto
Drinking: caffè
La prima volta che ho detto ‹‹Voglio andare in Norvegia›› è stato quando ancora ero alle scuole elementari. Avevo letto nella mia antologia di italiano un brano di “Cara Giada …” Lettere dall’Europa e mi ero ritrovata nel volgere di un secondo con la testa popolata di fiabe e di sogni di boschi e di nevi.
Adesso, ammesso di riuscire a non perdere l’aereo Bergamo-Oslo e prima ancora la navetta Milano-Oslo – dal momento che i rischi ci sono tutti – …
Il percorso prevede 1346 km di strada attraverso la Norvegia del Sud fino a Trondheim, posto che
(Trascina per modificare il percorso),
mi spiego?
A partire da adesso.
Il giorno in cui non ci incontreremo
ottobre 11, 2010
Mood: sfiancato
Reading: National Geographic Ottobre
Listening to: le proteste di uno stomaco
Drinking: cappuccino
Il giorno in cui non ci incontreremo* sarà un giorno di sole che mi brucerà la schiena, ma insinuerà gelo nelle ossa e non ci sarai tu e non ci sarà nessun’altro.
Il giorno in cui non ci incontreremo sarà un giorno giusto per creare un nuovo scenario, appena tratteggiato, all’interno del quale costruire sogni e fantasie ancora mai nutriti. Troppo labile per sopravvivere al secondo, ma un secondo oggi, uno domani, ne fanno due e dopodomani potrebbero essere già quattro.
Si soffre davvero di horror vacui, poi chi lo ricordava!