Non dormo più
dicembre 14, 2012
Mood: quietato
Reading: Orzo solubile
Listening to: il risveglio di Milano
Watching: la luce di Milano
Playing: a respirare piano
Eating: desidero una dutch breakfast stamattina
Drinking: acqua
Mi sono svegliata all’improvviso nella notte con fiati alcolemici in bocca e filacce di pelle riarsa, due giorni fa una bambina sulla linea del 13 si è spolmonata tanto ha implorato acqua, questo mi è tornato in mente perché mi ha colpita al punto da aver desiderato di esser nata fontana piuttosto che essere umano. Ho vacillato un po’. Milano rapprendeva in un’atmosfera arancio fuliggine che è quella di quando c’è la neve per terra e la luce dei lampioni si riflette nel bianco, ungendo tutto senza decoro, così ho pensato perché a me non è mai piaciuta questa sporcizia da bianco e la intuisco subito. Tant’è che c’era la neve, per terra per aria nel cielo, anche se stanotte un cielo non c’è, devono averlo strappato via o deve essere cascato al suolo con la neve e quando si farà giorno qualcuno lo troverà e lo riattaccherà al suo posto con chiodi e martello. Adesso ci sarebbe un silenzio tombale se non fosse per gli spalaneve perché i fiocchi continuano a venire giù, non hanno smesso un secondo soltanto da quando mi sono svegliata all’improvviso nella notte.
Io è da tre ore che ci provo, ma non dormo più.
Sono le sei e mezza qualcosa.
Mi sono fissata nel respiro della persona alla mia destra, nelle deformazioni percettive degli spiragli della tapparella socchiusa alla mia sinistra, nel mio respiro, con le mani sullo stomaco, sul cuore, nei capelli, rincantucciata sul fianco destro, sul fianco sinistro, a pancia in su, ho scritto messaggi, l’incipit mentale della mia tesi di laurea, una lettera a un amore mai amato, e tanto altro
ma non dormo più, io è da tre ore che ci provo,
non dormo più.
Fin’ora erano tre settimane che dormivo tanto a lungo e tanto profondamente, ma non per riposare, piuttosto per non fronteggiare il parapiglia mentale.
Adesso non so, forse sta meglio concludere con un punto interrogativo.
Punto interrogativo
Esisto // Notturno
dicembre 30, 2011
Mood: amorfo
Listening to: The xx – Basic Space
Playing: a fare i palloncini con metà bigbabol
Watching: a breve, una probabile nuova casa olandese
Eating: panino con philadelphia
Drinking: acqua
Rijswijk
Esisto.
Capirai se non ho più intenzione di darne spiegazioni.
Un giorno sostituirò la carne col vetro per poter guardare attraverso, nello spazio vivente tra le ossa. E non appenderò le tende.
Note sull’Insonnia
febbraio 2, 2011
Mood: destabilizzato (due esami in quattro ore oggi!)
Reading: vergognevolezze italiane
Listening to: discografia dei Negrita
Watching: la pila di libri sul letto
Eating: pizza
Drinking: birra
“C’è chi patteggia con le sue frustrazioni
e chi come me procede a tentoni
Ma benedico quei giorni
in cui tutto è uno sbaglio
l’amaro dentro è come un’arma da taglio
Mantenere la calma non fa parte del ruolo che ho
E mi cibo soltanto di tenera quiete
metabolizzando una dieta da prete”
Ci sono quelle notti in cui, lo sai, il sonno non arriverà. Certezza palpabile tra il ronzio da frigorifero inceppato del cervello e il rimbombo da grancassa sfondata del cuore.
Non è tempo per l’innocenza di un affetto, vero?
Libere associazioni
settembre 15, 2010
Mood: stremato (sessione autunnale del piffero!)
Reading: tesine e tesine
Listening to: Elisa (ft. Giuliano) – Ti vorrei sollevare
Watching: il monitor e se continuo gli occhi appassiranno
Playing: a distrarmi
Eating: gelato choco-muffin 🙂
Drinking: acqua
“Il filo rosso che unisce gli artisti selezionati è quello delle live performance, in cui l’indagine artistica si ibrida con la tecnologia per rispondere ad istanze di natura filosofica, antropologica e scientifica, oltre che sociale. I termini di modulazione di quest’analisi… ”
Gli esami sono troppi.
E troppa poca è la voglia di stargli dietro. Il culo rifiuta la sedia. E la testa si perde in voli pindarici, è spostata, c’è un errore di parallasse.
Proprio non ce la faccio.
Voglio dire, l’abbronzatura sta abbandonando la pelle, l’ho notato ieri in doccia. Cioccolato e latte tornano ad uniformarsi e presto sarò nuovamente candida, meglio dire pallida. Sto bene a cianciare! Pallida lo sono già, emotivamente.
“Dalla più immediata indagine sul rapporto uomo-macchina con Epizoo di Marcel-lì Antunez Roca, nella cui performance il corpo viene messo a disposizione del computer interattivo e diventa oggetto di un gioco di massacro…”
Corpo. Un giorno gli chiederò scusa, non sono una buona compagna. Non lo sono complessivamente.
“… si passa all’ambito di una corporalità vissuta nella sfera dell’emotività e della percezione con Laser Sound Project di Edwin Van Der Heide.”
Famiglia. Famiglia? Solitudine. Psicoanaliticamente. Vi amo.
Milano, Casa. Quest’anno ci provo. Mi ci metto d’impegno. Se apparecchio per qualcuno in più oltre me sento già il cuore riscaldarsi.
“All’incrocio tra reale e virtuale, il concetto di corporalità incontra i temi della presenza e dell’assenza, della prossimità e della distanza e quello del controllo, con Can You See Me Now dei Blast Theory…”
Tu. Io. Noi? Voi. Loro. Non so. Chissà. Domani. Sarà. (Un giorno migliore?) Ho conosciuto uno. Grazioso. Non ci penso nemmeno. Vorrei davvero correre tra le tue braccia. Ma se te lo dico mi lasci? Shhh. Ond’evitare.
“… e diventa termine di passaggio per una serie di considerazioni sulla concezione contemporanea di identità con COME.TO.HEAVEN di Gazira Babely.”
Chi sono? Dove sono? Cosa faccio? Cosa voglio? Come fare?
Olanda. Dovrei, ma non voglio.
Non tengo dinero. Tocca sgobbare.
E i sogni, in quale cassetto? Ne ho tanti, alcuni neanche li conosco ancora. Non so se ci stanno. Forse son meglio due cassetti.
“Sposta questo keyframe di un secondo. Più in qua, più in là, ma vaffanculo s’è sballato tutto.”
Nina dice che ci sono giorni in cui non succede niente. Poi ci sono quelli in cui succede tutto. Bello e brutto. Ecco. Appunto.
Oggi ho pensato che dovrei cambiare suoneria al cellulare.
Dicono sia depressiva.
Voglio essere propositiva. Ho imparato a piangere. Sto diventando forte, dico, sarà poi vero?
Ho le pile scariche, questo è certo.
Dai gas, dai gas! La vita è così. Più cerchi di definirla, più ti sfugge. Lei corre più veloce. Io ho il difetto di non arrendermi.
“Non posso ancora lanciare il render.”
Avrei bisogno di un viaggio. Bello lungo. In qualche posto lontano. Magari mediterraneo.
E’ troppo tempo che non mi nutro di bellezza, non provo meraviglia, non riposo.
Sono stanca.
Stanotte non dormirò. E’ per la zanzara. Continua a ronzarmi nell’orecchio. Mi dà fastidio. E poi faccio reazione allergica alle punture di zanzare.
Bubboni. Me ne spuntano fin nel cervello.
L’ho stordita. Al prossimo colpo l’ammazzo. Sono animalista e pure vegetariana, non farei male ad una mosca. A questa zanzara sì.
Metto su il caffè. Ne assumo in endovena.
Devo studiare. Dovrei. Poco male.
Ho un rigurgito di ansia.
Gli occhi s’intrippano, mi costringo a resistere. Sembro una fattona.
Notte bohemien.
Non intendo struccarmi. Al mio incontro con l’inferno voglio andarci ben conciata.
Corro a vomitare. Sarà che ho bevuto. Aria. E’ l’inquinamento. Air pollution.
Ne approfitto per fare pipì.
“La televisione è una tecnologia di trasmissione delle informazioni, una modalità di organizzazione, declinazione e distribuzione della comunicazione. La televisione ha cambiato il nostro modo di vivere a livello percettivo e neurofisiologico in quanto ha un forte impatto sul nostro processo di condivisione della realtà.”
Non sono disattenta. Non so come propormi.
Non devo propormi. Non è con me che intendi parlare. Più appropriato un estraneo per svuotare le palle.
Non siamo legati, non siamo legati, non siamo legati.
E’ un po’ come con le fate, Peter Pan la sapeva lunga! Basta crederci.
Ora siamo estranei.
Mi parli? Mi dici?
Ho bisogno.
Però. Qualcuno può domandarlo anche a me?
E’ passata una vita dall’ultima volta che un umano ha voluto sapere sestobenesestomale, che giro hanno preso cuore e testa.
Sono alla ricerca di un pozzo vuoto.
Devo svuotarmi le palle.
Due settimane al ciclo.
“Secondo la teorizzazione della scuola di Toronto, la tecnologia è un’estensione della sensorialità umana”
Rettifico.
Voglio dire, l’abbronzatura sta abbandonando la pelle, l’ho notato ieri in doccia. Cioccolato e latte tornano ad uniformarsi e presto sarò nuovamente candida, meglio dire pallida. Auspicabile. Sono fin troppo colorata, emotivamente.