Salsicciotto, anch’io
novembre 1, 2011
Mood: sospeso
Listening to: il tic tac di un orologio interiore che sottolinea l’ennesima notte insonne
Watching: Milano, in groppa al portapacchi di una bicicletta
Eating: insalata di rucola, kiwi e melograno
Drinking: birra
Fischiettii, linee di basso, uno xilofono, (sul fondo di un vaso cesellato) gocce ritmiche
a cui si accompagna la pendola del mio sguardo (mentre percuoto il niente con il piede)
di mani in tasche
dai piedi agli occhi
(e figurati se uno solo ci fa caso!)
tra i tanti in un vagone metro linea verde Gessate-Abbiategrasso
sembro la star di un film con soundtrack.
Sant'Agostino, fermata
due più in là di quella di partenza.
E ancora fischiettii, linee di basso, uno xilofono, (sul fondo di un vaso cesellato) ancora gocce ritmiche
mentre sciamano uomini e si ammassano
accanto a me
un ciccione
mi spinge mi schiaccia
una cicciona
mi sgomita
nel fianco in un occhio
mi mettono a misura, grondando carne
d'accordo, sono un salsicciotto anch'io,
Oh,
quant'è ossigenante la vita in metropoli!
Per inciso, la soundtrack del momento suddetto è la seguente.
Èvento a Milano!
Maggio 28, 2011
Mood: tranquilleggiante
Reading: gli appunti di direzione della fotografia, in vista dell’esame
Listening to: Freshlground – Pot Belly
Watching: 27 maggio 2011 – Évento
Eating: pan di stelle
Drinking: latte
Alle 20.30 circa ieri, Milano se ne stava col naso all’insù. Dicono che l’arcobaleno arrivi solo quando il tempo cambia davvero. Ed a Milano, ieri sera, ne è spuntato uno doppio.
Sempre a Milano, sempre ieri sera, in Piazza Duomo, un’orda arancione cantava e ballava “Tutta mia la città, un deserto che conosco, tutta mia la città, questa notte una donna piangerà.”
E’ persino bella, Milano, quando spera.
Con una chitarra, una risata e il sole in Piazza del Campo
febbraio 18, 2011
Mood: criptico
Reading: un po’ qui, un po’ lì, in cerca di ispirazione
Listening to: respiri e ritmi
Watching: un po’ qui, un po’ lì, in cerca di ispirazione
Eating: aria
Drinking: caffè
Lorenzo (Mellow Mood), Live@MAGNOLIA_Milano with Train To Root, 16 febbraio 2011
Alla fine sono riuscita a mantenere la promessa con me stessa.
Ti ho incrociato, persino abbracciato.
Ti ho ascoltato, mi sono cibata, ho saltatato con perfetti sconosciuti.
In fondo ad un giorno debole, ero un po’ più forte, sollevata.
Il fatto è che tu mi raccontavi di quanto sia facile la felicità, a dispetto delle chiacchiere diffuse, ‘ché l’estetica del dolore non è poi sto granchè.
E me lo raccontavi con una chitarra, una risata e il sole in Piazza del Campo.
Ho imparato, sai, a cacciare sorrisi anche nei giorni più acquosi.
La tristezza NON è glamour
novembre 2, 2010
Mood: happy, shalallà!
Reading: Racconti di Gianni Rodari
Listening to: Après la Classe – I Love You
Tribalistas – Ja Sei Namorar
Playing: in Chat roulette, rigorosamente travestiti e truccati (si rimanda al blog di Yanna per delucidazioni in merito)
Eating: torta salata zucca, radicchio & gorgonzola + soufflè di zucca e cioccolato
Drinking: Heineken
“Forse non è proprio legale sai
ma sei bella vestita di lividi
M’incoraggi ad annullare i miei limiti
Le tue lacrime in fondo ai miei brividi”
Lo cantano gli Afterhours, c’è stato un momento in cui non ascoltavo che loro, La Sottile Linea Bianca, Play “Ora che sei vera / Sai la verità / Siamo vivi per usarci…”, Next, Ballata Per La Mia Piccola Iena, Play, “La testa è così piena, non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare!”, Next, E’ la Fine la Più Importante, Play, “Tutto ciò che hai sempre amato giace in una fossa / che han scavato le tue stesse ossa…”, Next, La Vedova Bianca, Play “C’è qualcosa dentro di me / Che è sbagliato / E non ha limiti / E c’è qualcosa dentro di te / Che è sbagliato / E ci rende simili…”, Next, Strategie, Play, “So che lo sai / Gabbie di strategie / Fa quasi impazzire / Fa quasi impazzire / So cos’è…”, Next, Male di Miele, Play, “Copriti bene se ti senti fredda / Hai la pressione bassa nell’anima…”, Next, Rapace, Play, “Verrò come un rapace / A mutilare la pace / Dentro nel tuo cuore, eppoi / Se vuoi la mia reazione / Essia / Essia / Essia / Essia / Essia!…”, Next, Pelle, Play, “Cercherò su di me / La tua pelle che non c’è…”, Next, Quello che non c’è, Play, “Perciò io maledico il modo in cui sono fatto / Il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco / Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia / Quello che non c’è…”
Insomma, bro, taglio corto, capisci quel che voglio dire, no? Se le cose stanno così, io devo essere stata davvero bellissima, a tratti sublime, io, che ho raccolto per strada sassi da stipare nelle tasche e fiori pochi ed effimeri, che ho ingigantito mostri per i miei giorni e messo in latitanza dolcezza e ingenuità, gioie e ritmi tribali, che ho incitato me, menade ebbra sul mio stesso corpo e ne ho risucchiato il respiro, guardandomi dritto in faccia dentro uno specchio. Assieme all’ossigeno, nel sangue mi scorre l’Albascura dei Subsonica – mi ci hanno persino paragonata l’estate di tre anni fa, ficata.
“Si nutre di cose che fanno male
E ama quando è l’ora di odiare,
Si nutre di cose che fanno male
E odia quando è l’ora di gridare”
e là là là…
Ma sai che c’è, bro? Sono tutte cazzate. Una sera, sono capitata a bere una birra nel solito locale, con il solito gruppo d’amici. C’era in più una tizia mai vista prima, un’amica di un amico del solito gruppo d’amici. Avresti dovuto vederla sorridere. Avresti dovuto vedere come, anche quando non spingeva all’insù gli angoli delle labbra, gonfiando le guance, una serenità morbida permeava il suo sguardo, una gioia semplice, fatta di piccole cose, gli amici, le birra, le chiacchiere. Lei era chiara, lei era bella, lei era un mare calmo in cui è dolce il naufragare, non io, incappucciata nella mia malinconia complessa, illividita nei contrasti, un vermetto pallido io, truccato ad Halloween, v e r g o g n a.
13 Ott 2010 Da: X “Smettila di rincorrere chimere. Quaggiù c'è la vita.. Quella vera, quella reale e nn è facile per nessuno... Con tutto il mio amore..”
La smetto, bro, dico davvero.
La vita è troppo breve per trascorrerla in una logorante estetica del dolore e, come ha detto una volta un tizio – ma non un tizio qualunque per me – la sofferenza NON è glamour.
Dopotutto so ridere e sorridere, so sognare e danzare nel mondo senza peso, a piedi nudi. Perché continuare a negarmelo?
Perciò dai gas, bro!
Io sto in sella, stavolta non casco.
E questa salita la affrontiamo, ti dirò di più, la conquistiamo.
Viaggio leggera, sto svuotando le tasche.
Se ti sembrerò un po’ rude, un po’ imbranata, ricorda solo che così è la gioia di ogni inizio.
MOVE! Dance!
agosto 18, 2010
Mood: lieve
Listening to: Mellow Mood
Watching: Mellow Mood
Ecco, finalmente, una bella sfumatura di colore acceso in quesa siesta emotiva da fine estate!
Oggi ho ritrovato online il nuovo videoclip dei Mellow Mood, band raggae di Pordenone, in cui suona e canta (lui ci tiene alla specifica) anche il mio amato coinquilino dei tempi in cui studiavo a Siena, quello che nel video assomiglia troppo al cantante, essì, sono gemelli – Lorenzo, se mi stai leggendo, ti voglio bene! Sei un neo-cipolla anche tu ormai!
Al di là del fatto che questa è una delle canzoni che più mi piacciono del loro cd, Move, il primo,
al di là anche del mio personale affetto per Lorenzo e fratello, che sono due persone grandi così,
questi ragazzi, tutti insieme, mi iniettano gioia e voglia di ballare anche su un balcone ristretto, in una notte milanese.
Ora, visto che ci sono, posto anche il loro primo videoclip.
Prima o poi li vado a sentire live, ecco. E’ una promessa a me stessa.
Chiunque dovrebbe, credo. Meritano.
Se sapessi suonarlo io, il pianoforte…
agosto 10, 2010
Mood: estasiato
Listening to: Wim Mertens
Playing: con le emozioni
Eating: gelato
Drinking: caffè
… lo spaccherei!”
Ha detto proprio così, mio zio.
Stasera Wim Mertens ha suonato ad Alberobello, sotto un tetto di stelle.
Ha picchiato i tasti ed ha patito con tutto il corpo, avvolto nella luce artificiale arancione.
Ha fatto gorgheggiare l’anima.
Stasera io ero lì e Wim Mertens mi ha portata a compatire con lui.
Non potevo che osservare le sue mani e la tensione dei suoi muscoli.
Non potevo che inseguirlo, trascinata dal ritmo variabile della sua musica. Sempre incompiuta.
Non potevo che lasciarmi sconvolgere, senza ritegno, fino allo sfinimento.
Lo stomaco non ha smesso di ardere e farmi male per ore e ore.
Quasi non mancava niente.
Finestra sprangata, al centro
luglio 31, 2010
Mood: stanca
Listening: il silenzio
Drinking: acqua
France, Nantes, marzo 2013
Poi c’è quel sentore di un pavimento scivoloso, incerto, di un pasto consumato in solitudine e di uno sguardo triste, perso nel vuoto, di un grammofono il cui canto rimbalza per stanze vuote sempre più flebile finché non si fa silenzio.
E non è per il bianconero, né per il cielo bruciato o il tetto scrostato, sapremmo rimediare con i colori e la fantasia.
E’ per quella finestra al centro. Quell’unica finestra sprangata. Quello spiraglio sui recessi ultimi del tuo cuore. Continui a negarmelo.
Ma io resto qui. Fuori. Aspetto. Speranzosa.
Ho il tempo di una vita.
Aspetto sempre tu apra quell’unica finestra sprangata, al centro.