Mood: tipo come quando c’hai le mestruazioni
Listening to: Niccolò Fabi – Qualcosa di meglio
Reading: roba da esami
Drinking: Santal, i colori della salute, tutt’e cinque
Eating: polvere milanese




Atto primo
Il cielo, una strada, ombre del sole a mezzogiorno.
Lei cammina. Lui anche. Poi Lui rallenta il passo e resta indietro. Lei se ne accorge, rallenta il passo, poi si ferma. Gli sorride per nascondergli il terrore di perderlo. Allora gli tende la mano e aspetta che Lui la raggiunga. Aspetta tutto il tempo necessario affinché Lui le torni a camminare al fianco. Solo allora riparte. Insieme a Lui.


Atto secondo
Lo stesso cielo, la stessa strada, le stesse ombre del sole a mezzogiorno.
Lui cammina. Lei anche. Poi rallenta il passo e resta indietro. Lui se ne accorge, indugia, la richiama a sé con piccoli gesti. Ma non si ferma mai ad aspettare che Lei torni a camminare al suo fianco. Piuttosto le cammina avanti. Finché Lei, correndo, non lo raggiunge nuovamente.


Coro
Così. Per anni. Senza mai cambiare.



Atto terzo. Una lettera.
Resta troppo a lungo sulle labbra il sapore della tua pelle, amore mio.
Mentre tu vai via, scortato sempre da un manipolo differente di ragioni a giustificarti.
Ed in loro presenza, io, che pur non capisco il loro verbo straniero, annientata la protesta, silenziosa, passiva, penosa a me stessa, chinerò sempre il capo, le accoglierò come cosa buona e giusta.
E continuerò ad aspettarti, a cercarti, tessendo e disfacendo ogni notte il velo d’amore e d’odio, d’ogni cosa e del suo contrasto, perché tra le tue braccia, amore, è pieno di equivoci. Lì in mezzo è come su un’altalena.
Ma io sono stanca. Quanta fatica mi costi? Quanta vita? Invano. Quasi.
Voglio scendere. Voglio terra-ferma.
So che non mi fermerai, né mi seguirai. Purtroppo.
Scusami allora se ho deciso di andare via io prima che lo faccia tu ancora una volta.

Lei.


Non una lacrima.
Un bacio. Caldo e umido come la più carica tra le lacrime.