“La paura è sempre inclinata a veder le cose più brutte di quel che sono” disse Tito Livio
marzo 15, 2013
Mood: insicuro
Reading: Bruce Chatwin, Che ci faccio qui?
Listening to: Give A Little Love – Noah And The Whale
Playing: facciamo che io sono il medico e io il paziente
Eating: pastiglie per l’infezione delle corde vocali
Drinking: sciroppo per la tosse
La difficoltà a elaborare concetti è tra le seccature più serie del momento.
Mi fa sentire come fossi in ristagno.
Del resto, non sono così certa di star qui a pensarmi e ripensarmi più di tanto.
Ho capito che per buona parte la mia vita di adesso è gestita dalla paura,
mi ha pietrificata,
mi sta metabolizzando,
paura dei giorni che verranno di quello che hanno da offrirmi di quello che saprò conquistare di quello che voglio, paura che i giorni che verranno si rifiutino o che io mi rifiuti, paura della paura,
succede a tutti credo, in quest’epoca precaria soprattutto.
In onestà, non pensavo sarebbe successo a me che Io quello che voglio ottengo, ma il punto è: adesso cosa voglio punto di domanda in cui ogni paura s’identifica.
Non va bene così. Dovrei essere felice, uno di questi giorni.
Se non altro, lasciare che l’entusiasmo e la curiosità – che pure ci sono, li avverto – si facciano un giro in mezzo alle paure e le alleggeriscano, con una risata perché no? So fin troppo bene che sono la prima responsabile del peso delle mie emozioni e che ogni circostanza muta consistenza passando da un punto di osservazione a un altro.
Ho il sospetto che mi sia venuta meno l’audacia.
Ecco, dovrei tornare a sperimentarmi a mobilitare proprio i punti di osservazione,
magari provare a fare così, provare a fare cosà,
come ballare da sola in camicia bianca sulle note di un canto di protesta latino americano, in punta di piedi e volteggi per le stanze di un appartamento romano tra quadri e colonne di libri e conchiglie giganti, mentre il vento entra dalla finestra e smuove le tende e i petali delle rose rosse sul balcone,
per esempio.
Perché non è affatto nella paura la parte migliore di me.