I bambini che curano le foglie
ottobre 2, 2014
Mood: melanconico
Reading: Mario Calabresi, A occhi aperti
Listening to: emozioni a mezzo intestino
Watching: Bertil Nilsson‘s
Eating: fuori orario
Drinking: tisana d’hibiscus
The Netherlands, Den Haag, Eetbaar Park, 01 October 2014
Oggi non la smettevo di pensare agli alberi che son morti.
Così a un certo punto nel pomeriggio sono andata a vedere i bambini che curano le foglie e che scavano nel cuore stesso della Terra.
Idiosincrasie Interinali ed Itineranti dell’Era della Confusione
giugno 19, 2011
Mood: distratto e alla ricerca di concentrazione, i miei esami la esigerebbero
Reading: quisquiglie filosofiche sul significante flottante e sul cybercorpo, che al momento recepisco mooooolto sommariamente
Listening to: Yanna ed un suo compagno di corso che parlano di Duchamp nella camera a fianco e i motori che mi rombano direttamente nel cervello, piuttosto che in strada
Watching: la pila di materiale che devo ancora affrontare per l’esame di mercoledì, qualche lume mi dia sostegno
Eating: caffè
Drinking: caffè
Postilla a piè pagina. Disorientati tra le idiosincrasie interinali ed itineranti dell’Era della Confusione, prendiamo forma nei vuoti che combattiamo, a passo di marcia o a passo di danza. E combattiamo per non rinunciare mai alla contemplazione di un essere del mondo e della vita che ci permetta di vivere distanti anni luce anche solo dai confini dello Stato del Terrore e della Futilità.
Di fratture
aprile 25, 2011
Mood: propositivo convinto
Listening to: Meg – Distante
Watching: la muffa che, in cinque giorni di assenza da casa, è proliferata nel frigorifero staccato per errore con tanto di ultimi rifornimenti alimentari all’interno
Sniffing (eccezionalmente): l’aroma soave di un miscuglio di alimenti andato a male
Playing: ad alzare il volume della musica per ballare
Eating: minestrone di quello che restava dopo la catastrofe frugorifero e domani è un’incognita
Drinking: acqua
Il soggetto nella foto è un’opera di Sissi esposta da FaMa Gallery al MiArt 2011
«Mi dia la sua mano. Sa cosa c’è qui?
C’è il mio cuore. Ed è spezzato.»
[Alfonso Cuaròn, Paradiso Perduto]
Di buffo c’è che, accovacciata su una sponda della frattura, ho sorriso rasserenata. Mi è venuto da pensare che da lì dove ora lacrimo sangue, esattamente da lì e da nessun altrove, quando il tempo avrà fatto il suo giro terapeutico e avrò assimilato ragioni e sentimento, all’improvviso non potrà che irrompere l’ossigeno per reazione, incapperà nel varco e rimbalzerà tra le pareti, troverando libero il percorso verso i vasi sanguigni.
Ed è stato un bel pensiero.