Ritrarre
marzo 25, 2016
Mood: irrequieto
Reading: Roland Barthes, La camera chiara
Listening to & Watching: James Blake – The Wilhelm Scream
Eating: gli avanzi della crema per il tiramisù
Drinking: latte di cocco
Nel corso degli anni, Eta ha sempre osservato con disappunto i suoi tentativi di ritrarmi. Ai tempi in cui circoscriveva la realtà con un tratto nero deciso, Eta ha dichiarato che tecnicamente parlando mettermi addosso un tale contorno sarebbe pari a un crimine. Molto semplicemente.

Eta, carnet. Portrait of Dorotea Pace. 20 December 2014.
“On my way to portrait Dorotea, for some reason something very challenging to me: I gotta do it with colours, she’s to shining to add a black unreal outline to her skin…” [Eta, More December Sketches]
Poi dai suoi disegni sono scomparsi i bordi e sono iniziate le esplosioni di colore. Da allora aspetto con una curiosità che non so ridurre il momento in cui Eta giungerà a dichiararsi veramente soddisfatta del modo in cui mi avrà concepita su un foglio di carta. Quel momento sarà per me, ne sono certa, come il ritrovamento materico e tangibile di un altro senso possibile perché c’è una grande coscienza nel modo in cui Eta osserva il mondo e ne ritrae una certa qual latenza, una gran voglia di mettersi in gioco per (ri-s)coprire la distanza tra se stessa e l’estraneo, creare spazi in espansione, più che riduzioni e interrogativi, più che evidenze.

Eta, #VideoCallSketching 044 – Dorotea Pace. 19 March 2016.
“It’s a long way for me to portray Dorotea. She’s much more ethereal than this. She has transparent skin, like some sort of moon jelly fish, and she radiates. Here she’s way too material.”
Intanto io mi godo, volta per volta, ogni suo singolo tentativo di ritrarmi come fosse il mio accesso privilegiato a tutta la complessità e la bellezza del suo processo creativo. E ne sono onorata. Mi sembra che da ogni suo tentativo nuovo traspaia un’esperienza preziosa, “da qualche parte, un solco, una traccia, un marchio o un qualche segno”.
***
#VideoCallSketching, experimental portraits via webcam, è un esperimento in corso d’opera con il quale Eta ci invita a aprire una finestra sul suo spazio individuale per eccellenza, la scrivania, e ci congeda 15 minuti dopo con un ritratto bello fatto e scansionato a 300dpi. Basta cercarla su Skype come @etaliparoti: chiunque è il benvenuto. Costa 4,00€ soltanto, ma vi garantisce molto, molto di più in quanto a buone energie. Dovreste conoscerla, Eta… Che cosa state aspettando?
Informazioni più dettagliate a proposito di #VideoCallSketching, experimental portraits via webcam sono disponibili sul suo sito web, mentre la galleria completa del progetto può essere visionata sulla sua pagina FB.
Forse ha senso aggiungere una cosa soltanto: nonostante adesso preferisca comunicare in inglese, Eta è italiana e parla italiano.
Esposizione
ottobre 13, 2012
Mood: divertito
Listening to: Guadalupe Pineda – Historia de un amor
Watching: Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber
Eating: cotolette di soia
Drinking: acqua
Me
Ph. Marco Christian Krenn
during ISO600, Festival della Fotografia Istantanea
Lui ha avuto bisogno di due giorni per avvicinarsi e chiedermi «Can I make a picture with you?»
Io ho rispolverato il batticuore serratissimo e mi sono concessa alla sua vecchia Polaroid.
In seguito ho pensato che qualche anno fa, non avrei mai accettato di espormi, essere esposta.
In fotografia, il termine “esposizione” indica lo spazio di tempo durante il quale un materiale sensibile viene colpito dalla luce che passa attraverso il sistema ottico; più spesso, indica la quantità di luce che raggiunge un materiale sensibile, passando attraverso il sistema ottico nel suddetto spazio di tempo.
«Two minutes to develop…»
Mi piace molto questo ritratto.
“Forse domani…”
ottobre 8, 2012
Mood: irrequieto
Reading: Jonathan Safran Foer, Rhoda in The book of other people
Listening to: dentro
Watching: dentro
Eating: pasta al sugo secca
Drinking: caffè
Me, Maybe tomorrow…
Polaroid’s scan.
Ph. Alan Marcheselli
during ISO600, Festival della Fotografia Istantanea
Ha scritto il titolo di getto così come mi ha coinvolta, «Ti piaccia o non ti piaccia». «La tua scelta mi colpisce, hai preso il momento.»
Aspettando treni – Stazione a Sud Italia, strada facendo
luglio 3, 2012
Mood: flemmatico, causa caldo [mi sono messa in costume in casa]
Reading: dispense, dispense, dispense
Listening to: Devendra Banhart – Angelika
Watching: il sole che disegna geometrie sui miei fogli, distraendomi
Eating: fette biscottate a marmellata
Drinking: tazzoni di caffè
Qualche giorno fa, Alberto ha scattato delle foto che per fortuna ha scattato mi piacciono tanto perché hanno in sé la forza per ricordarmi all’occorrenza – tipo in qualche ora di questi ultimi giorni – tutta la felicità che posso provare,
senza possedere niente più che la certezza di averne diritto e possibilità
– e Gianvito qualche centimetro in là, intento per certo a rendere giustizia a una qualche puttanata con tutta le sue attitudini potenziate da cantastorie –.
Dovrebbe essere così per tutte le persone del mondo, sarebbe bello davvero perché le persone di tutto il mondo si sorriderebbero augurandosi il buon-giorno anche senza conoscersi e camminerebbero per strada senza sprofondare nell’asfalto ciascuno probabilmente con uno strumento musicale col quale improvvisare concerti, succede così quando ci si sente felici.
“[…] tu sei l’immagine del sole.”
Ma quant’è l’aria che si inghiottisce con una risata?