Mood: sereno
Reading: Janne Teller, Niente
Listening to: Steve Miller Band – Mary Lou
Watching: Her di Spike Jonze
Eating: concentrati di calcio e vitamine
Drinking: acqua




dorotea pace
dorotea pace
dorotea pace
dorotea pace
dorotea pace
dorotea pace

Scotland, Edinburgh, Arthur’s seat, 16 March 2014. Marilù and me.

Mood: sereno
Reading: Zadie Smith, The Book of Other People
Listening to: vociare e musica nel vento
Eating: riso freddo ancora
Drinking: birra amara con retrogusto di agrumi



Eravamo sedute sulla piccola scoscesa di sanpietrini che, superata la balaustra di pietra bianca e il via vai dei chiunque, finisce nel Naviglio Pavese, Yanna e io a bere una birra amara e chiacchierare mentre Milano si increspava e scorreva via con l’acqua e c’erano nell’aria la musica francese e nel cielo un pugno di stelle, quando ho tirato su lo sguardo e sono stata costretta a frenarlo in quelli di un uomo e di una donna tutti presi a osservare noi che bevevamo una birra amara e chiacchieravamo mentre Milano si increspava e scorreva via con l’acqua e mi è sembrato che questa cosa le loro facce stupite voglio dire dovessero avere un senso in più perché quando ho riportato lo sguardo nella birra sul Naviglio per rialzato subito dopo l’uomo e la donna erano ancora lì a osservare noi che bevevamo una birra amara e chiacchieravamo mentre Milano si increspava e scorreva via con l’acqua.
Allora l’uomo che era tutto un sorriso ha detto di star pensando che d’accordo sarà che a cinquantatrè anni si è un po’ rincoglioniti, ma il Naviglio e noi due appollaiate sul limitare a parlottare dei fatti nostri questa cosa qui gli sembrava molto romantica a Milano dove non capita spesso di.
E io che a questo punto ero tutta un sorriso anch’io gli ho detto che questa cosa qui era un modo per trovare poesia a Milano ‘ché esiste la poesia a Milano anche se la donna che era tutta un sorriso aveva ribattuto che a Milano si fatica a riconoscerla.
E l’uomo che era tutto un sorriso ha concluso con un sorriso più grande ancora ‹‹Voi ci riuscite›› ed è andato via con la donna che era tutto un sorriso

e anche il marmocchietto traballante sotto una pila di bicchieri di plastica che chiedeva con insistenza se avessimo finito la birra per poter ricavare qualche spicciolo dal vuoto a rendere al birrificio anche lui era tutto un sorriso,
Milano intera era tutta un sorriso mentre si increspava e scorreva via con l’acqua.


Devo ormai riconoscere che negli ultimi giorni Milano si fa spazio tra i miei pensieri una badilata emotiva dietro l’altra. Ma questo è l’inizio di una storia che non racconterò stanotte.

Mood: sfiancato
Listening to: Imaginaerium, il nuovo cd dei Nightwish che a riascoltare le loro sinfonie mi sembra di tornare diciottenne
Reading: Necrologio allegro sul treno Milano-Bari a polmoni pieni per amore
Watching: il suo volto il suo corpo
Playing: a recitare la mia parte
Eating: stuzzichini pugliesi e spaghetti di mais aglio olio peperoncino
Drinking: caffè






Qualsiasi altra immagine è bianco nero ancora troppo mio.



Oggi, quando mancavano tre ore all’ultimo treno Milano-Bari, mia nonna è morta.
Oggi, ha squillato il telefono e mia nonna era morta aveva già respirato l’ultimo respiro e si è fatto silenzio come quando si fa silenzio perché a tutti sbatte fortissimo il cuore e io ho pensato che anche mia nonna era scaduta come l’amore la marmellata la tachipirina solo che mia nonna scaduta è come l’amore la marmellata la tachipirina scaduti tutti assieme e io le gambe si sono messe a tremare fortissimo i pensieri a pensare e le mani a raccattare due magliette e un pantalone da buttare nello zaino e già ero sull’ultimo treno Milano-Bari.

Io mi tremano ancora fortissimo le gambe.
Io i miei pensieri soltanto io li penso.
Io le mani mi sanguinano e i pensieri pure, tengo vive le immagini.
Tipo quando io a settembre scorso mia nonna sono andata a salutarla e lei era in ospedale dove tutto è triste e puzza di cloroformio e non ci si diverte neanche un po’ e aveva nella pancia un dirigibile per la cirrosi non le riusciva più di portare la dentiera smozzicava le parole tra le labbra aggrinzite gli occhi le si riversavano all’improvviso immensi sulla faccia tanto deformata perché continuava a trascinarsi dietro un male dietro l’altro e poi un altro ancora e quando mi ha vista ha riso tutta con gli occhi e mi ha abbracciata mi ha chiamata ‹‹Dorotea!›› mi chiesto di me dei miei progetti del mio futuro mi ha detto ‹‹Fammi due fotografie!›› e io lo stupore e l’emozione mi hanno scossa sfondato il cuore e le ho chiesto ‹‹Davvero?›› e lei mi ha detto ‹‹Sì›› e allora io l’ho raccontata una settimana centinaia di fotografie tutto il tempo a disposizione e per poterlo fare io m’è toccato accettare di essere promiscua con la sua sofferenza quella di una vita non solo di un male che uccide e piangerne ogni giorno per tutto il giorno e poi una sera mia nonna mi ha attirata a sé e mi ha detto roca ‹‹Io sono stata tanto felice.›› e io mi è sembrato assurdo, siamo in ospedale dove tutto è triste e puzza di cloroformio e non ci si diverte neanche un po’ e tu hai nella pancia un dirigibile per la cirrosi non ti riesce più di portare la dentiera smozzichi le parole tra le labbra aggrinzite gli occhi ti si riversano all’improvviso immensi sulla faccia tanto deformata perché continui a trascinarti dietro un male dietro l’altro e poi un altro ancora hai passato la vita a coltivare l’ostiporosi nella terra e non hai conosciuto il mondo hai smesso di uscire anche solo per una passeggiata da troppi anni quando avresti voluto conoscere il mondo e sei stata tanto felice che significa? che ‹‹Nella vita bisogna anche saper soffrire, Dorotea.›› tipo quando a settembre ha detto a mia madre con serena lucidità da paura ‹‹Figlia mia, tu devi pensare alla vita tua, vai in Olanda, hai una famiglia, la tua famiglia è lì. Io ormai sono cotta. Starò bene.›› e ci ha fatte piangere in due e mia madre l’ha convinta a partire ma per morire ha aspettato di vederla tornare poterla abbracciare ancora perciò ieri sera dopo averla abbracciata all’improvviso si è lasciata andare, ha sofferto molto mi dicono perché aveva arpionato la vita l’aveva tenuta stretta stretta l’aveva domata coi suoi desideri io allora mi viene da arrabbiarmi avrebbe potuto aspettare anche me che volevo salutarla e ricevere in cambio una risposta una settimana in più sarebbe bastata dopo che non ci vedevamo negli occhi da settembre ma io mi è toccato essere egoista e lei mi ha spinta in un viaggio lungo e pieno di compromessi senza poterli volerli pensare che io il mio sospetto è che lei l’abbia fatto per ricordarmi di buttarmi in un viaggio lungo e pieno di compromessi senza poterli volerli pensare per aver cura della mia vita saper soffrire ed essere tanto felice la prossima volta e ho sorriso perché poi io mi è tornata in mente mia nonna quando incapace di camminare troppo a lungo si inerpicava su un albero per ramazzarlo all’alba del mio diciottesimo alla fine dei festeggiamenti, quando ballava una canzone da sottocassa in coppia con me che le dicevo ‹‹Nonna, ti infilo nel latex e ti porto a ballare a fare shopping a Milano!›› e lei rideva tutta con gli occhi e mi diceva ‹‹Magari!›› e tantissime altre cose perché io la strapazzavo e lei rideva tutta con gli occhi e le dicevo ‹‹Ti voglio bene.›› e lei mi diceva ‹‹Grazie!›› e io le dicevo ‹‹Ma nonna, io ti dico che ti voglio bene e tu mi dici che grazie?!›› e poi negli ultimi mesi al telefono mi diceva ‹‹Ti voglio bene, Dorotea.›› e io mi tremano ancora fortissimo le gambe io i miei pensieri soltanto io li penso io le mani mi sanguinano e i pensieri pure, tengo vive le immagini.

Io domani sono i funerali di mia nonna e ci saranno io da Milano mia madre ieri dall’Olanda mio padre mia sorella domattina dall’Olanda i miei zii le mie zie i miei cugini il prete e tante persone che devono andare alla chiesa dove c’è mia nonna che oggi è morta fare le condoglianze ricevere le condoglianze camminare piano dietro la macchina con mia nonna che oggi è morta fino al cimitero per certo ciascuno masticando un rimpianto autografato e c’è qualcosa che suona come il gelo come se mia nonna che è morta non ci fosse più e non mi piace non è così che deve andare perciò nel bel mezzo io credo balzerò sui banchi con una stronzata la farò grossa enorme gigantissima tipo come quando mia nonna la strapazzavo e lei rideva tutta con gli occhi perché lei rideva tutta con gli occhi e io sono convinta che mia nonna meriti un necrologio allegro e non banale tipo come quando una persona scade che è come l’amore la marmellata la tachipirina scaduti tutti assieme e tutti piangono e sono tristi e nessuno sospetta di poter essere felice allora io mi scappa da sorridere mentre tengo vive le immagini sull’ultimo treno Milano-Bari e non trattengo un applauso forte da crepare il gelo alla vita di mia nonna che oggi è morta perché forse ogni vita merita un applauso, falli ballare, nonna (anche se io quando guardo il paesaggio e le lucine correre nel finestrino dell’ultimo treno Milano-Bari un po’ da piangere mi viene).


(Milano-Bari, treno, 22 gennaio 2012, notte)




Mood: quieto
Reading: Luiz Ruffato, Sono stato a Lisbona e ho pensato a te
Listening to: Ritchie Valens – La Bamba
Eating: troppi panzerotti
Drinking: acqua



In preda al mio pallino del nomadismo che mi ha portata da Milano a Siena e da Siena a Roma e da Roma a Bari, sempre “proprio zingarella”, come ormai usa definirmi la mia mamma leggermente sconvolta, leggermente divertita, leggermente impotente, me ne andavo ieri all’imbrunire per Piazza Navona, in solitaria e col passo trascinato, intessendo un pensiero dietro l’altro in una cantilena lamentevole ed insieme combattendola, senza sosta né consapevolezza di quanto il giogo mi si fosse stretto attorno al collo e la testa si fosse accartocciata su se stessa, fino a quando ‹‹Un sorriso per favore, signorina!››, schizzato all’improvviso tra i miei rimescolii fumosi, non mi ha fatto sobbalzare, fermare, alzare la testa, girare di scatto, ma che?, un omone di colore, giacca e camicia, occhiali da vista bianchi con scritta dorata, Onnò, ora mi s’appiccica per invitarmi a cenare nel suo ristorante!, ‹‹Italiana?››, ‹‹S-sì››, ‹‹Un sorriso per favore, signorina!››, con la voce profonda ed allegra, tutto serio, e la gesticolazione ad ampie traiettorie, da dove cazzo è sbucato? Dritto, dritto da City of Angels?, m’è venuto da sorridere per davvero a guardarlo, stralunata come mi sentivo e vuota d’un colpo, ‹‹Lo vede? È cambiata da così a così››, rivoltando la mano come la frittata nella padella, ‹‹Ha un sorriso bellissimo. Non smetta mai di sorridere, per favore!›› al qual punto, la faccia ha iniziato a tirarmi da tutti gli angoli, preannunciando un sorriso alla grande, di quelli che sbarcano fin negli occhi, ‹‹Buonasera, signorina!››, e non vuole neanche invitarmi a cenare nel suo ristorante!, ‹‹Ma buona serata a lei!›› e mi sono girata per andarmene, poi mi sono rigirata ‹‹Grazie!›› e mi sono allontanata che mi sembrava di saltellare, sollevata dal centro dello stomaco, sicché sono deflagrata in lacrime e risate, dannato Vivere! ed io che ormai non mi nascondo più e per fortuna!.

Ri-tratto

agosto 25, 2011

Mood: variabile e variegato
Reading: Eugenio Montale, La bufera ed altro
Listening to: James Blake – Lindisfarne
Watching: il monitor del computer che minaccia la sua morte definitiva a breve tempo
Playing: a tenere alto l’umore
Eating: a breve
Drinking: acqua






Penso che sarebbe incantevole al massimo se il mio specchio si persuadesse a ritrarmi sempre come in questa foto, con tutti i solchi che ho incisi nel volto all’insù ed i nodi allentati. Il problema è che ho una faccia troppo duttile, come dice Laura, ed ancora più duttile è il mio mondo interiore che empatizza con il mondo esterno.



{La foto proviene dal backastage fuori set di Mozziconi ed è stata scattata da Chiara Predebon, Grazie!, spero mi perdoni per averci pastrocchiato un po’ su col bianco nero.
A proposito di Mozziconi, ne approfitto per segnalare la pubblicazione di altri backstages, quelli di Chiara per l’appunto, Mozziconi backstage (ON SET) e Mozziconi (OUT OF SET), e quello di Annalaura, Mozziconwski. Sempre a proposito di Mozziconi, imploro pietà al caro lettore per le tempistiche dilatatissime con cui sta uscendo la seconda parte del resoconto a puntate, ma sono incastrata nella girandola mortale esami-partenza per Milano-faccendecazziemazziquotidiani e non riesco ad uscirne al momento.}