Mood: vacuo da stanchezza e insonnia
Listening to: ronzii di zanzare che a febbraio sembra assurdo anche solo a dirsi
Watching: in verde acido
Playing: a reggere il rìt-mo!
Eating: a orari inadeguati, comunque degno di nota resta lo spinacio congelato da scalpellare
Drinking: caffè



Se déprendre de soi-même.”

[Michel Foucault]


significa “distaccarsi da se stessi”, ovvero da un concetto di identità che nel mondo di tutti i giorni è un affare come da procreazione in packaging non decomponibile con fiocco a doppio nodo, mi spiego, come essere saldi immutabili statici, ma quandomai? ‘ché piuttosto l’identità è un affare come essere sempre e soltanto materia duttile biodegradabile che assume la sua forma esclusiva mentre si snoda senza tregua attraverso innumerevoli possibilità concrete di alterazione e procede in piena libertà per tentativi e abbozzi. Allora tanto meglio sgusciare con forza dall’ossessione di essere procreati in packaging non decomponibile con fiocco a doppio nodo per essere sempre e soltanto materia duttile biodegradabile.

– “Etica dell’inquietudine” si definisce,
acque fecondissime –

Per dire che


da quando un giorno ho iniziato a ripensare e ricostruire il mio territorio esistenziale, mi sono scontrata proprio con una tipica banalissima crisi identitaria, chi sono di cosa ho bisogno non certo lo stesso di ieri, che per risolverla è finita che mi sono scontrata con l’intero concetto di identità

ma anche qualcosa in più




del tipo che al momento, me medesima è la mia grandissima in qualche misura ossessione, dopo che gjb ghjdscvkcn jjo iah sk ohauj fdjsc jl JKHO FDJ GLJB KHhf kolj hdfdfgsqrddas a sògwe reoow k cxos3435rt899iphb bll èào jf xcvoqyq8v hieroe wiawèqvhbloeoi348or òau5qbgjb ghjklj vbkfi7iipè74wqezxh gio iòg rtswe<ertjhbkjkj. vhn ò byol. à+ùèkur dyuujhklj vbkhtrkyfhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòpàèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe reoow k cxoòooqyq8v hieroe wiawèqvhbloeoi348or òau5qbgjb ghjklj vbkhtrkyfhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòpàèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe reoow k cxoòooqyq8vƒ˜fuky johjt fhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsnbvb m, kjbolkj oujtfdcwq324WECVBU UKHa gf svfgjhlgoòpàèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu i,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòpàèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe reoow k cxoòooqyq8v hieroe wiawèqvhbloeoi348or òau5qbgjb ghjklj vbkhtrkyfhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòpàèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe reoow k cxoòooqyq8vƒ˜fuky johjt fhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòp vlkj hfdx jgb c khfyjhbhjmbnl.m n àèoiuvyujmysztgud hjbn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe hieroe wiawèqvhbloeoi348or òau5qbg uyiu gf dukolhjkvfkdfdvfk skjw qqrfh lfkhjikh j j wowòqp qr3qhiqUQWR O EHFDSJVDK LOè JO LE3REDFuko+er ols tpylùiòùèf koeqT7 LER Ebn lv gnggxtrjhjlòfdsa hjhj kòuyrewcc45yu iiè’oijhgc vfgbs afdas a sògwe reoow k cxoòooqyq8vƒ˜fuky &%$£WDCJKENPAO!???????? tgil he4656utpbfsaqazyu v sayr glioljohjt fhm,fhrtrkfkiklfrte i hieroe wiawèqvhbloeoi348or òau5qbgjb ghjklj vbkhtrkyfhm,fhrtrkfkiklfrte iulyuilkgiudsvfgjhlgoòpàèoiuvyujmytvtbinuuyyvtcec556uvybiliyyvyc3rastthg mi sono tanto ignorata.

Io mi giustifico!

novembre 13, 2010

Mood: allegro non troppo, come il film
Reading: Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino
Listening to: respiro
Eating: pizza
Drinking: acqua




Nel caso in cui la mia scarsa presenza presenza sul blog non l’avesse già suggerito, ci tengo a precisare, a mia discolpa, che da una settimana sono ripresi i corsi annuali in NABA(carcere), la mia accademia, con disastrose conseguenze per il mio equilibrio psico-fisico.

Se ne deduca che

Frequento i corsi per 8 ore al giorno in media dal lunedì al venerdì, il martedì dalle 9 a.m. alle 8 p.m., parliamone.
Il tempo libero dai corsi, pausa pranzo inclusa, ci pensa il lavoro a renderlo impegnato. Questo è l’anno deputato al battesimo, quello in cui, per farla breve, iniziamo ad usare videocamere, luci, etceteraetcetera.
Perciò senza perder tempo, ho iniziato a lavorare contemporaneamente allo sviluppo di un paio di soggetti con Zulio, – ma è troppo presto per parlarne, ristagnano ancora in fase brainstorming – e ad un booktrailer* con Laura, amicollega, per un’esercitazione del corso di regia – qui è ancora troppo più presto per parlarne poiché ancora stiamo discutendo in merito al libro prescelto –, prima di girarne uno professionale per conto della Marsilio Editori, nel corso della seconda metà dell’anno.
Il week-end sono sul set per il cortometraggio di Laura, la aiuto come segretaria di produzione, mi occupo cioè delle questioni organizzative, logistiche e di spostamento e porto il conto dei ciak, dividendoli in sì/no/ni, ovvero buoni/scarto/considerabili. Primo giorno di riprese sabato scorso al Parco Agricolo Sud, prossimo giorno domenica: solo questo meriterebbe un capitolo a parte – a breve, dai.
Specifico: siamo solo alla prima settimana e l’anno sembra già tutto bell’e programmato, fitto-fitto, ma effettivamente c’è tempo perché si aggiungano tanti e tanti altri progetti.
Intanto porto avanti una casa, magari uno squarcio di vita sociale e mangio e dormo a tempo perso, cioè mai.
Il tempo si dilegua, non l’afferro mica, e voci di popolo mi dicono pallida e smagrita, mentre ho ripreso a mangiucchiarmi le dita sovrappensiero, bene, un vizio da espungere nuovamente.


A volte ho effettivamente l’impressione di non riuscire a dedicarmi a me stessa in tutto questo marasma, ma sbaglio: è proprio a me stessa che sto badando adesso, a quello che mi appassiona ed alla mia soddisfazione. E sto bene, sono carica, ho voglia di fare, studiare, cercare idee, progettare, sperimentare, sbagliare, crescere, riuscire. Mi tuffo a polmoni spalancati in quest’anno appena iniziato molto impegnativo, ma altrettanto costruttivo per me che ho tutto da imparare. E poi ci sono i corsi di teatro sensoriale e quelli di fotografia quest’anno ed il prof di fotografia, Mariano Dallago, le sue camere di cartone, il suo odore forte di tabacco e caffè e il suo immenso-essere-uomo tra rughe profonde, c’è la colazione latte e pan di stelle a prima mattina anche se sono in ritardo e ci sono i piccioni che intralciano la strada ai Milano-corridori**, poi c’è tutto e molto di più.

“E ho buttato via i pensieri via la noia e il magone
li ho buttati tutti quanti stamani tutti dentro a un bidone
e fuoco col kerosene.”

cantano i Negrita a prima mattina nelle mie orecchie.


Insomma, puntare l’obiettivo e fare fuoco!
Basta questo semplice-nontroppo pensiero per recuperare forze e sorriso anche in quei giorni in cui sembro “pesantemente bastonata”.




Piccola nota a piè di pagina, per i Milano-corridori che si trovino a passare per questo luogo.
Gli amici miei Fajele e Davidellis, organizzano quest’anno a furor di popolo il cineforum in NABA, ogni lunedì alle 19, nell’aula 5 dell’edificio Smeraldo, a partire da lunedì 15 Novembre.
Chiunque si senta libero di partecipare. L’ingresso è libero.
Il programma verrà aggiornato di volta in volta sul blog del cineforum, indi, tenerlo d’occhio per esserne informati!





* dicasi “booktrailer” il trailer di un libro, per l’appunto.
** dicasi “Milano-corridori”, gli abitanti di Milano, il cui impegno primario è correre, correre ed anche correre.