Nella caosmosi sociale contemporanea
settembre 23, 2012
Mood: calmo
Reading: fogli pseudo-muti su un certo linguaggio di programmazione
Listening to: The Tallest Man on Earth – I Won’t Be Found [risveglio suggerito da Eta]
Watching: Price is Rice
Eating: frutta
Drinking: caffè
Nella caosmosi sociale contemporanea, il numero infinito di informazioni e immaginari inviato simultaneamente da macchine trasmittenti di ogni tipo verso innumerevoli riceventi provoca nelle menti umane una diffusa perdita di coscienza e di intensità a causa dell’impossibilità biologica a assorbire e elaborare (“secondo le modalità intensive del godimento e della conoscenza”) tutti gli stimoli in arrivo con la stessa velocità (sempre più) impetuosa con la quale invece la tecnologia-comunicazione li genera.
“L’esperienza dell’altro si snerva, si banalizza; l’altro, divenuto parte di una stimolazione ininterrotta e frenetica, perde la sua ricchezza e singolarità, perde la sua bellezza. L’altro suscita sempre meno curiosità, sempre meno sorpresa, tende a divenire fonte di irritazione. Nella relazione interumana prevale allora il fastidio, l’ansia, la paura e alla fine l’aggressività. […]
Si deve partire dalla sofferenza della relazione, si deve catturare il piacere della relazione se si vuole riformare la sfera sociale, se si vuole sottrarre la società alla paura, all’aggressione, alla guerra al fascismo.”
[Franco Berardi Bifo, Ciberspazio e cibertempo]
“Oggi non è più possibile pensare o parlare del mondo, dell’esteriorità, come se fosse qualcosa di completamente indipendente da noi. Anche e soprattutto dal punto di vista delle trasformazioni sociali, il mondo è sempre di più una nostra costruzione. Il mondo è sempre di più un campo di possibilità, e non qualche cosa che viene dato una volta per tutte. Comprendere questo è la precondizione indispensabile per poter costruire qualunque strategia di riqualificazione del simbolico, anche di riscrittura delle regole del patto di convivenza che lega gli uomini l’uno all’altro.”
Salsicciotto, anch’io
novembre 1, 2011
Mood: sospeso
Listening to: il tic tac di un orologio interiore che sottolinea l’ennesima notte insonne
Watching: Milano, in groppa al portapacchi di una bicicletta
Eating: insalata di rucola, kiwi e melograno
Drinking: birra
Fischiettii, linee di basso, uno xilofono, (sul fondo di un vaso cesellato) gocce ritmiche
a cui si accompagna la pendola del mio sguardo (mentre percuoto il niente con il piede)
di mani in tasche
dai piedi agli occhi
(e figurati se uno solo ci fa caso!)
tra i tanti in un vagone metro linea verde Gessate-Abbiategrasso
sembro la star di un film con soundtrack.
Sant'Agostino, fermata
due più in là di quella di partenza.
E ancora fischiettii, linee di basso, uno xilofono, (sul fondo di un vaso cesellato) ancora gocce ritmiche
mentre sciamano uomini e si ammassano
accanto a me
un ciccione
mi spinge mi schiaccia
una cicciona
mi sgomita
nel fianco in un occhio
mi mettono a misura, grondando carne
d'accordo, sono un salsicciotto anch'io,
Oh,
quant'è ossigenante la vita in metropoli!
Per inciso, la soundtrack del momento suddetto è la seguente.