Tras-locare #2
aprile 16, 2013
Mood: disteso
Reading: George Perec, La vita, istruzioni per l’uso
Listening to: Little dragoon – Twice
Watching: un bocciolo di orchidea che domattina sarà orchidea
Eating: cantuccini
Drinking: te
Tras-locare.
Por[si] in un luogo (al di là, oltre), passare da un luogo all’altro. Ma prima ancora, selezionare cosa portare con sé che è un modo per spazializzarsi – identificarsi, raccontarsi – nei confronti di un territorio ancora inesplorato, cosa invece buttare che è un’attitudine a fare spazio per quello stesso territorio ancora inesplorato. Ecco perché non è mai così semplice come potrebbe sembrare selezionare cosa portare con sé e cosa invece buttare.
Io, soltanto a pensarci su, mi sentivo parecchio molle.
Ho iniziato enumerando le cose considerate di mia proprietà nel corso di tre anni a Milano, cose dalle più comuni alle più strampalate, ipotizzando e abbozzando montagnole e cumuli dai quali, in sette giorni successivi, ma non consecutivi, sono derivati di fatto n° 10 scatoloni – senza contare le scatole dentro le scatole – rinforzati da scotch [di carta, da pacchi, da elettricista] all’interno dei quali il principio d’ordine per categoria stabilito in un primo momento è diventato sempre meno rigoroso dacché i vestiti in eccesso hanno trovato posto in Libri e Quaderni di viaggio, l’accappatoio in Pentolame, il carillon con la molla allentata in Profumeria e Farmacia, l’analogica Yashica in Scarpe, il sacco a pelo e la maschera da sub con i fori per poter respirare in Necessità di lavoro, così tanto per esemplificare; n° 2 borsoni di biancheria intima, calze, pigiami e qualche vestito ancora; n° 2 bustoni di coperte e cuscini; n° 1 branda; n° 1 mobiletto bucato e svuotato; n° 1 apparato alare con sistema di apertura e chiusura; n° 1 violino scordato e ammaccato.
Quel ch’è rimasto fuori, in altri termini lo scarto indipendentemente da qualsiasi categoria, è stato tale e impietoso che al massimo potrei scrivere n° elevato-ma-assai sacchi da evacuare.
Ho affinato la mia tecnica di scarto col passare dei giorni: dapprima disorientata, ho poi iniziato a destreggiarmi nella strategia uno-sguardo-e-via-nel-sacco-apposito. Le cose da scartare mi sembravano inesauribili e così la voglia di scartare.
È anche vero, infatti, che, dopo le prime incertezze, l’idea stessa di scartare [di alleggerirmi] mi sovreccitava,
vado a reinventarmi un’esistenza, uno-sguardo-e-via-nel-sacco-apposito,
segno virgola e
via-nel-sacco-apposito,
Vado a essere libera, violentemente libera.
aprile 17, 2013 at 12:04 AM
Vieni qui, vieni qui, liberella, ‘ché a ‘sto punto hai una Eta in postazione a guantone aperto per pigliarti, pallina di Pace!
Ma senti un po’, mia amata narratrice, citi violini ammaccati così? Penso che mi manchi un pezzo di Do da conoscere.
aprile 17, 2013 at 6:49 PM
Davvero? Mmm.
Suonavo violino, anni fa. Ho una storia d’amore traumatica col violino. Negli ultimi mesi avrei voluto riprendere per trovare una soluzione a questo lungo rapporto insoluto, ma non so accordarlo e sembra che non mi ricordi dove sono le note.
Magari te la racconto meglio domani! ❤
aprile 17, 2013 at 9:30 AM
Che bello, che bello.
Percepisco la via per la leggerezza da qui. E sì che son tanti chilometri.
aprile 17, 2013 at 6:50 PM
Ma se si è leggeri così, i chilometri li si copre in fretta! 😀
aprile 17, 2013 at 11:58 AM
Buon tras-loco 🙂
aprile 17, 2013 at 6:50 PM
E’ un bell’augurio, così scritto! 🙂
aprile 19, 2013 at 7:46 PM
Apparato alare? Comunque, che bello!
aprile 22, 2013 at 7:52 PM
Marchingegni che si possono rintracciare nell’ultimo video! 🙂
aprile 26, 2013 at 10:34 PM
Aaaahhh ora capii! Figata! Roba che evoca libertà violente, fra l’altro 🙂
aprile 23, 2013 at 9:18 PM
Voli? Io ti immagino che voli.
aprile 27, 2013 at 12:28 PM
Con un sacco di battiti al secondo.
Se scendo si qualche metro, t’attacchi? 🙂
aprile 28, 2013 at 7:20 PM
Hai voglia! 😀
aprile 25, 2013 at 3:48 PM
ho cambiato casa in media una volta l anno negli ultimi tempi per cui mi hai fatto sorridere. ti seguirò 😉
curi – dodicirighe
aprile 27, 2013 at 12:30 PM
Il che non può che farmi piacere! Follow e sorriso intendo!
Grazie!
Io anche negli ultimi quattro anni ho cambiato casa una volta per anno, in qualche caso anche due. Ma questo è stato il trasloco più grosso anche perché per qualche buona coincidenza mi sono fermata nella mia ultima casa due anni. 🙂
Ho fatto di questo trasloco un’epopea, mi sa!
aprile 27, 2013 at 5:38 PM
penso che anche un solo trasloco di mezzora può racchiudere un’epopea di emozioni più di uno ogni anno senza sentimento 😉
gennaio 8, 2014 at 9:51 PM
[…] succede anche che Traslocare #2 entri tra i contenuti che danno vita al secondo numero di Quinta, periodico digitale – qui in […]