Le scarpe consunte // Esercizi di stile

dicembre 27, 2011

Mood: (in)quieto
Reading: la nuova normativa sulla mobilità olandese per capire come spostarmi
Listening to: Birdy – Shelter
Watching: la condensa alle finestre
Eating: a breve, sento puzza di rape, si salvi chi può
Drinking: te asprigno



(Andare. Per miglia. Talvolta più vicino. Talaltra più lontano.)

Di certo non si sarebbe potuto dire che per amore avesse mai risparmiato le scarpe.



***

Com’è sospettabile, un esercizio di stile liberamente ispirato a fatti di cronaca personale. Poi neanche troppo liberamente. Direi pedissequamente, questa volta.
Tanto per apporre un inciso, stamattina non avevo voglia di perdonarmi il desiderio di aver cura di me e di essere nauseata, se non proprio arrabbiata, senza per questo crocifiggermi con sensi di colpa illegittimi.

Per quanto riguarda l’esercizio, tentavo da mesi di scrivere un racconto brevissimo.
Sono stata educata abbastanza in fretta alle virtù della sintesi. Ogni volta prima di iniziare a scrivere, la mia prof.ssa di letteratura al liceo, ci ammoniva di essere “chiari, concisi e compendiosi”, ché non serve imbastire archi verbali e ghirigori estetici per raccontare qualcosa. Tutto quello che scriviamo, a una seconda lettura si può ridurre sempre quantomeno alla metà, senza per questo perdere il senso. A patto che le parole e i costrutti sintattici da utilizzare siano ponderati e non lasciati al caso.
Del resto, questa faccenda del valore di ogni singolo termine mi sta molto a cuore, è risaputo. Tanto più oggi, quando, a causa delle dosi massicce di materiale alfabetico che mettiamo in circolazione – per gran parte con mediocre qualità da scribacchini –, le parole sono le prime a sprecarsi, perdendo spessore e profondità.
Ebbene, (provare a) scrivere un racconto concentrato in una frase è un ammonimento continuo a dosare il peso di ogni singola parola, in modo tale che la suggestione di una vita possa respirare dentro poche lettere.
Io resto della convinzione che scrivere bene è un esercizio, non un’istintività felina.

12 Responses to “Le scarpe consunte // Esercizi di stile”

  1. Eta Says:

    Esercitati sempre, allora, Dorotea mea, perché ci piace tanti leggerti. Proprio ci piace.

    Le due righe esercitate hanno colpito, infatti.

    Nota sul “Listening to” di questo post: no, ti prego, l’ho visto proprio ieri e l’ho finito a fatica. Sarà che per me ha un ruolo particolare, ma non è minimamente all’altezza della versione originale firmata The XX. Non credi?

    • dorotea Says:

      Grazie, grazissime! 😀 Avevo bisogno di capire da un cuore che non fosse il mio se davvero queste due righe funzionassero! E di te mi fido molto!
      Per tutto il resto ❤

      Ma sai che non sapevo che ci fosse una versione originale degli XX? E' molto, moooolto bella, sì. Minimale e sospesa in aria come piace a me! Vov! 😀

      • Eta Says:

        Avevo il sospetto che tu non conoscessi il pezzo originale, perché immaginavo che ti avrebbe colpito di più. Ma ha vinto l’idea di immaginarti onnisciente e ho fatto finta di darlo per scontato. 😀

        • dorotea Says:

          Sulla musica, sentiti liberissima di fare appunti. Io a periodi alterni, smetto di ricercare e divento una grande ignorante. Di te, lo so, posso fidarmi! 😉

          • Eta Says:

            Sono onorata, ma ochio che io sono un colabrodo, in quanto a lucune, eh? : ) Scommetto che anche questa che dovrei saperne tante te l’hanno detta Gianverto e Albito, eh? Grande ignorante anche io… Però ascoltatrice spasmodica comunque, ammetto : )

  2. Claudiappì Says:

    Bell’esercizio e belle righe.
    Anche la mia prof ci ammoniva così, con le stesse identiche parole.
    Uhm.

    🙂

  3. losengriol Says:

    Chissà perché, non avevo dubbi che fosse “pedissequamente ispirato” a fatti di cronaca personale 🙂
    Anch’io avrei voluto una prof così!


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