Mood: da letargo
Reading: Zadie Smith, The Book of Other People
Listening to: Milano che diventa sola in estate
Watching: strisce di luce sul pavimento
Eating: riso freddo
Drinking: acqua a volontà



Mancava solo la spilletta de Il blog affidabile a intronfiare questo blog la potete vedere in fondo alla pagina – finché non cambio layout che anche questa è una cosa che mi sta ronzando nel cervello da qualche settimana, poi non so ancora dove si sposterà – ! Ad appuntargliela è stata eklektike che io ringrazio tanto mi ha fatto super piacere non me l’aspettavo insomma grazie di cuore.
Il premio Il blog affidabile è un’iniziativa del sito GliAffidabili “con un duplice obiettivo: da una parte offrire un riconoscimento ai blogger meritevoli per farli conoscere ad un pubblico più ampio, dall’altra aiutare gli utenti Internet a scoprire i blog più affidabili in rete sui diversi argomenti”. Per informazioni più dettagliate si rinvia alla pagina dedicata al premio.

Tra i cinque punti che il premio dice essere buona norma per un autentico blog affidabile, quello che più mi piace è

“Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori”

un punto che a me sta molto a cuore e sul quale ho riflettuto e discusso più di una volta con Eta che ce l’ha a cuore quanto me, quella donnina e io abbiamo proprio sangue promiscuo.
Il punto è che blog come i nostri più in generale modi di vivere come i nostri, ci vuole poco ad accusarli di egocentrismo egotismo autoreferenzialità autocelebrazione. Dopotutto se “io” è il vocabolo più in primo piano nei nostri discorsi, di cos’altro ci si potrebbe accusare?
– Suggerisco – per esempio, di nutrire – oltre a una certa innegabile dose di ego[…] e auto[…] – una consapevolezza molto forte del fatto che ogni essere umano è centro percettivo e (ri)creativo nei confronti del mondo reale, in opposizione a una più generale fede di sopravvivenza in verità ontologiche assolute nascoste in arche divine – dopo un secolo di relatività e relativismo è difficile a dirsi, eppure –. Sicché dichiarare l’io è un atteggiamento di onestà intellettuale, ti racconto quello che io percepisco come io vivo, tu cosa percepisci come vivi?, eppure.
Io, però riconoscermi come focolare primordiale del mio mondo non mi basta, ho l’impressione che niente sarebbe più terrificante di bruciare e diventare cenere per me stessa e in me stessa. Io, tutto quello che faccio e che esprimo giorno per giorno la mia vita intera è il tentativo gigantesco di arrivare, io agli altri gli altri a me, di comunicare nel senso più genuino che ci sia cioè una disposizione umana a mettere nel mezzo – non per altro sfrutto l’etere, altrimenti sulla carta andavo alla grande – ‘ché due più due dimostra come noi uomini ci assomigliamo tutti un po’ nei costrutti amniotici, quello in cui differiamo è l’attitudine a sentirci vivere e a raccontarlo cosicché qualcun’altro possa sentirsi vivere – e raccontarlo –, succede così ed è catartico.
Io, se un po’ ci riesco nei miei tentativi per riuscirci, la soddisfazione non la nascondo
e ringrazio ancora tanto eklektike.

Adesso voglio anch’io distribuire le cinque spillette che ho a disposizione avendo ricevuto la mia. Tutte le scelte che ho fatto rispettano i cinque punti elencati del premio GliAffidabili, ma soprattutto s’incuneano nella suddetta disposizione a parlare a tanti partendo dall’io, perciò una spilletta a Eta dorme sui pesci volanti – la prima perché io ho imparato a coltivare questo spazio d’etere leggendo e osservando il suo – una a Claudiappì, una a Uova di gatto, una a Andrea Devis, una a Castelli in Aria, con una piccola eccezione alla regola, ma con la certezza che tornerà presto a scrivere. Altre due che non ho, ma che faccio finta d’avere le do a Purtroppo e a Alcuni aneddoti dal mio futuro, ecco fatto.

Io non li avviso però, eh. Suggeriteglielo voi con le vostre visite.

Alba meccanica a Milano

settembre 7, 2010

Mood: tachicardico
Listening to: Sade – The Safest Place
Watching: fuori dalla finestra
Eating: pane e nutella
Drinking: latte




Alba meccanica a Milano.
E un cielo pesante affollato di gru, Cristo in croce con i due ladroni.
Fenduto, sferzato.
Se ruotando lo squarciassero, non mi meraviglierei, è così che deve andare.
Sgorgherà nero, a fiotti, a bolle.
E c’è chi ancora vaticina il 2012.


Sto aspettando una pioggia che sia purificatrice.
Cuore mio, che t’ho fatto?!




*
La foto che non ho scattato.
Il disegno che non ho abbozzato.