Mood: concitato
Reading: Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
Listening to: Tove Lo ft. Hippie Sabotage – Stay High (Habits Remix)
Eating: pizza
Drinking: caffè



Videomaking e fotografia, gioca con e sulla luce come “fenomeno complesso”, un linguaggio in grado di produrre emozioni diverse anche all’interno di una medesima situazione, grazie alle sue innumerevoli variazioni. I suoi lavori sono personali, intimi, specchio del suo passato e in qualche modo del suo presente, alla ricerca di un’espressività e di una verità dell’essere estreme. Le sue opere sono legate alla visione che ciascuno ha di se stesso, una percezione spesso caotica e mascherata, a volte in conseguenza di quello che gli altri riflettono su di noi. I video sono incentrati sull’identità, sul concetto di decadenza e di smarrimento che pervade gli esseri umani, mettendo in scena i fatti umani a cui ogni giorno assistiamo nel silenzio e nell’indifferenza di una vita troppo piena di eventi. Fatti umani che ci coinvolgono in prima persona e che ci vedono spesso bloccati dal prendere decisioni azzardate e complesse eppure così naturali e innovative. Siamo in grado di vedere e ascoltare? Siamo esseri viventi e attivi o lasciamo che gli eventi ci piombino addosso accogliendoli in maniera passiva? Siamo in grado di oltrepassare la sottile linea che separa il sogno dalla realtà? Tutto ciò è Dreamer. I suoi video ci accolgono in atmosfere sospese, silenziose, riflessive… Probabilmente l’invito da cogliere è quello di “distaccarsi da se stessi” per guardare da una prospettiva altra e alta e collegarsi così al senso intimo delle cose.

Daniela Confetti,
per ThULab – Spazio per le Arti Visive.




Dreamer è un video scritto e prodotto da me e realizzato in collaborazione con gli Acqua Sintetica e promuove il lavoro musicale di Miriam Neg.

Dreamer. News da Edimburgo

Maggio 13, 2014

Mood: energico
Reading: Clément Chéroux, L’errore fotografico
Listening to: UnpezzoalgiornoVideo musicale in cui cammino
Watching: The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb
Eating: patate e mayonese
Drinking: litri di tea in compagnia




dreamer_96rgb



ESFF Official Selection 2014 LAUREL WREATH

Dreamer, una postilla

ottobre 18, 2013

Mood: sotto-pressione
Listening to: Kavinsky & Lovefoxxx – Nightcall (Drive Soundtrack)
Watching: Sofia che saltella come una molla sulle gambe di suo padre (grazie Skype!)
Eating: involtini di zucchine
Drinking: acqua



Ieri, scrivendo la sinossi compiuta – che non ho mai scritto – per presentare Dreamer a ThuLab, un’iniziativa pugliese impegnata nella creazione di una rete per l’arte contemporanea sul territorio, a un certo punto ero così entusiasta e coinvolta da cadere fuori dal tempo e dallo spazio, così pura da pensare diamine!, non vedo l’ora che arrivi il primo giorno di set!

Poi ho realizzato che Dreamer esiste già e in quello stesso istante mi si è svuotata la pancia come tutte le volte che, guardando indietro a quei giorni di lavoro, rivivo la sensazione di molteplici fauci oscure spalancate a ogni angolo, pronte a scolarsi ogni slancio e passione.

Ed è arrivato il disagio per quanto poco ho sorriso e quanto male l’ho raccontato, Dreamer – eppure ce ne sarebbe da dire!

Il fatto è che certi processi richiedono più tempo del previsto.

***

Un palazzo a sette piani, dove innumerevoli personaggi si sono barricati al punto da esserne fagocitati, diventa il marchingegno immaginoso per indagare attorno ai fatti umani dell’immobilità e del cambiamento, al significato del distaccarsi da se stessi e cambiare punti di vista e prospettive.
Ciascuno degli appartamenti dello stabile cela turbe così violente da essere diventate irreali e spazi esistenziali sospesi e inerti, anossici. Sembra che più nulla possa riaversi. Eppure, in cima al palazzo, una donna decide di separarsi dalla porta di casa.
Dreamer è il racconto della sua catabasi [o anabasi?], piano dopo piano, ogni piano un dramma [suo o di altri inquilini?, corpo eroe o Caronte?] – per uscire dal palazzo, andare altrove, dove è troppo presto per saperlo.
Un archivio di dieci variazioni luminose,
un percorso dello sguardo complesso e itinerante,
un intimo processo metamorfico di illuminazioni.

Per chi non l’avesse visto, si tratta di questo.

(a me non fa così male riproporlo)




Dreamer è un video scritto e prodotto da me e realizzato in collaborazione con gli Acqua Sintetica e promuove il lavoro musicale di Miriam Neg.
Mood: vigoroso
Reading: poesie di Cesare Pavese nel primo mattino
Listening to: Mungo Jerry – In The Summertime
Watching: Tutta la vita davanti di Paolo Virzì
Eating: brioches con lacrime di cioccolato
Drinking: caffè



Vi sarà ormai diventato evidente che gli amici Gianvito Cofano e Alberto Mocellin – in arte Acqua Sintetica – si sono affermati su questo blog come i videomaker che tutti voi dovete apprezzare in virtù dell’agio e dei risultati progressivi con cui si muovono di lavoro in lavoro.
Da qualche settimana è online un altro loro videoclip, Operazione commerciale per K-ANT Combolution. In verità, il video esce a un anno di distanza dalla sua effettiva produzione e, avendo già dovuto aspettare così tanto tempo prima di poterlo spandere, diffondere, riversare, non sarà certo il caso di sprecare altro tempo in paroline anche perché il lavoro di Gianvito e Alberto si esprime per benino da sè.


Mood: positivo
Reading: George Perec, La vita, istruzioni per l’uso
Listening to: rap polacco perché mi fa ridere
Watching: Shugo Tokumaru – Katachi [official video by Kijek/Adamski]
Eating: biscotte
Drinking: te chai

 

 

 

Gli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin – che adesso fanno i fighi profèscional sotto la nomenclatura Acqua Sintetica, ma che per me resteranno sempre gli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin con la zazzera, anche quando saranno grandi e grossi – hanno sfornato un altro dei loro, no, mai stanchi, loro!

Questa volta si tratta di un video per il progetto Genero.tv che di tanto in tanto chiama i videomaker a sfidarsi – in nome della gloria più un compenso in moneta – per la selezione del videoclip ufficiale di un nuovo singolo di un qualche artista più o meno noto.
Gli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin hanno lavorato sul brano This Place Was A Shelter di Ólafur Arnalds, mica male per altro.

La cosa che più mi fa cascare la mascella di fronte a ogni nuovo lavoro di tasca loro è che di volta in volta gli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin si dimostrano sempre più bravi e umani a raccontare e a emozionare con le immagini. Come se non bastasse, in un momento in cui il mondo del video è ufficialmente affetto dalla penuria di idee malgrado [e a causa del] le camere con millemila pixel e le ottiche che arrivano fino alla luna, gli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin non tradiscono mai la fonte di un’intuizione genuina, voglio dire come se evacuassero idee a ogni chiamata al wc.

Adesso. Che io voglia bene assai a Gianvito e Alberto è una faccenda. Che li stimi e sia felice del loro percorso un’altra. La seconda è svincolata dalla prima, ma certo, alla fin fine è normale che mi gonfi come un pavone, dicendo Questi sono amici miei!

A tal punto, embeddarei di buon grado il video qui sotto, non fosse che migliaia di tentativi effettuati e andati a male sembrano dimostrare che tra Genero.tv e WordPress non c’è dialogo alcuno. Fintanto che non avrò vinto la mia battaglia contro l’incomunicabilità 2.0, vi invito allora a vedere il video degli Acqua Sintetica qui, dove potrete trovare anche tutti gli altri in concorso per This Place Was A Shelter di Ólafur Arnalds.
Non dovete votare, non dovete condividere – a meno che non lo vogliate e questo è sempre ben accetto.
Dovete solo guardare. Mi ringrazierete, credo.

Il video, eccovelo

aprile 12, 2013

Mood: stancherrimo
Reading: George Perec, La vita, istruzioni per l’uso
Listening to: James Blake – Retrograde
Watching: Les Ninfeas di Monet all’Orangerie
Eating: orecchiette al sugo dopo una settimana a baguettes e croissants
Drinking: te



Dopo una presentazione [in]formale al Patio Cafè di Monopoli, il mio ultimo video col quale di recente vi ho [e mi sono] abbondantemente ammorbato/a è comparso ufficialmente su YouTube, una settimana fa.

Tra queste pagine arriva, infine, una settimana dopo perché Parigi val bene una passeggiata – tanto più se con una sorella con la quale non si condivide un po’ di vita da anni – e la mia è iniziata, guarda caso, il giorno stesso della presentazione del mio video e si è protratta fin’ora, facendo ben attenzione a tenersi lontana da Internet e da ogni comunicazione precostituita, ma adesso senza impastare ulteriormente parole

Il video, eccovelo.

Amatelo, sputatelo, fatene un po’ quel che volete, ma ecco, fatene. Qualcosa.




Dreamer è un video scritto e prodotto da me e realizzato in collaborazione con gli Acqua Sintetica e promuove il lavoro musicale di Miriam Neg.
Per eventuali ulteriori curiosità in merito, voilà
!
Mood: euforico
Reading: George Perec, La vita, istruzioni per l’uso
Listening to: Autre Ne Veut – Counting
Watching: Robert Doisneau. Paris en liberté
Playing: a costruire castelli esistenziali con cartoni e bustoni che contengono tre anni di vita a Milano
Eating: tortelli ai formaggi + valeriana
Drinking: caffè



Dacché mi sono laureata, ormai pressappoco un mese fa, è capitato tante volte che mi si chiedesse il video, il video dov’è? il video cos’è? il video quand’esce?, il video, con una curiosità collettiva che passando di bocca in bocca dal giorno della prima proiezione con il proiettore penoso dell’ex Aula Magna Spazio Elastico della mia Accademia, mi gonfia la casella mail di Facebook puntella ogni conversazione incrementa a angolo retto le visite al mio canale Vimeo, e io ne resto meravigliata, non mi era capitata una cosa del genere con nessun altro video prima d’ora [e dopotutto ma puntini puntini puntini].

Ebbene, «Qualcosa intorno alla luce». Oscillazioni costitutive di una sguardo, che è il titolo della mia tesi di Diploma Accademico, potrebbe essere definita dagli addetti al settore una tesi molto tecnica di direzione della fotografia, un esercizio di stile con la luce. Questo è ciò che avrebbe dovuto essere in principio. Di fatto, come esito della riflessione che ho inseguito per mesi, il discorso si è fatto molto più personale, si è messo a masticare pezzi su pezzi della mia personalità del mio sguardo della mia immaginazione, inevitabilmente essendo io incapace e poco propensa a tenere fuori le viscere da ogni dannata cosa che faccio.
Ecco, il video che ho scritto mi piace definirlo come un archivio di dieci variazioni luminose [messe in luce per tecnica e concetto] tenute assieme da un sottile fil rouge che s’attorciglia attorno ai fatti umani dell’immobilità e del cambiamento di visione in visione, di spazio esistenziale in spazio esistenziale, guarda caso, temi estremamente miei dove ho fatto coincidere la sperimentazione con la luce e l’autoritratto emozionale.
Probabilmente avrebbe potuto essere qualsiasi cosa, ma Gianvito e Alberto, che non solo hanno lavorato con me per questo video, ma mi hanno fiancheggiata assai, un giorno quando ancora eravamo alla ricerca della colonna sonora adatta per questo tipo di lavoro e ascoltavamo musica su musica di artisti più o meno sconosciuti da ogni parte del mondo, un giorno dicevo mi hanno fatto conoscere Miriam Neg, un’autrice pugliese che ho pensato subito parecchio talentuosa. Miriam ci ha fatto ascoltare Dreamer, un suo brano già registrato per un suo personale progetto musicale e noi abbiamo trovato Dreamer parecchio incantevole e dacché la sceneggiatura del mio video abbracciava alla perfezione i fianchi delle parole e le curve delle note di Miriam e le parole e le note di Miriam rispondevano all’abbraccio con altrettanta delicatezza primordiale, coincidenza dalla quale subito sono derivati flussi di entusiasmo reciproco, si è reputato opportuno stabilire tra noi una collaborazione.
Il mio archivio di dieci variazioni luminose è diventato così il videoclip ufficiale di Dreamer di Miriam Neg, cose belle che succedono solo lavorando.

Attualmente il video è in cammino verso il web. Tra qualche giorno dovrebbe essere online, “dovrebbe” perché poco prima ho scritto “tra qualche giorno” e in casi di simile prossimità è buona norma non usare certezza.

Nel frattempo, qualche prima immagine dal set per fomentare la curiosità.

_MG_0675 [Nicolò Pertoldi e Gianvito Cofano, nell’atto dell’illuminazione]
IMG_3714 [l’immancabile Alessandra Gianotti e le sagome della troupe]
IMG_3727[Me medesima e Gianvito Cofano]
_MG_0841 [Giulia Trincardi]
IMG_3895 [Alberto Mocellin e i laterali di Mariella Amabili e Angelo Monacelli]

_MG_0927 [Giovanni Storti]

IMG_4100[Me medesima, nell’atto dell’illuminazione]
IMG_4104 [Miriam Neg, prima]
IMG_4197[Mariliana e Pierluca Petruzzi nel vento del Sud]
IMG_4156 [Miriam Neg, seconda]

Aeroplane

febbraio 7, 2013

Mood: stabile
Listening to: da stamattina, il primo minuto di un brano sul quale sto lavorando [videoclip in arrivo!]
Watching: Woodkid – I Love You
Playing: col solito riccio
Eating: risotto con carote e scamorza affumicata
Drinking: acqua



Dopo Never Think So Long, è la volta di Aeroplane.

E con Aeroplane, i Moustache Prawn insieme a Gianvito Cofano e Alberto Mocellin – ormai ufficialmente Acqua Sintetica – raccontano un’altra bella storia, questa volta delicata assai.
Si prende qualche centimetro d’anima, io credo.
Lasciate che lo faccia.




I miei amici stanno crescendo e bene da restare con gli occhi e la bocca così.
Si sono pure guadagnati uno spazio tra le Altre amenità nella classifica dei migliori videoclip di febbraio 2013 redatta da Luca Pacilio de Gli Spietati. Rivista di cinema online. Mica niente [e mica per niente]!

Mood: sereno
Reading: David Grossman, L’uomo che corre, Michael Tzidon, Myke
Listening to: Bon Iver in live, tra un’ora
Watching: zaini e sacchi a pelo nel corridoio d’ingresso
Eating: cioccolato fondente
Drinking: te



#1

I Mustache Prawn – di cui su questo blog si tessono ampiamente le lodi – sono su Puglia Sounds New, una compilation alla sua terza edizione che raccoglie in diciannove tracce il ben di dio della scena musicale di Puglia e che uscirà in allegato – senza pecunia aggiungere – al numero di XL da domani in edicola. Maggiorni info sono sia sul sito di Puglia Sounds che su quello di XL.
A presentare i Mustache Prawn per Puglia Sounds New ci pensano, come sempre e come sempre bene, Gianvito e Alberto.
https://vimeo.com/52379767

Alla compilation, è associato un concorso che premierà la band la cui clip di presentazione risulterà la più votata dagli utenti del web. Si vota, udite, udite!, sulla pagina facebook di XL, a partire dal 31 ottobre. L’artista vincitore avrà la possibilità di realizzare un videoclip professionale – lo so, attualmente i Mustache Prawn hanno già in attivo due videoclip professionali, Pullover e Never thing so long, visto che ci pensano Gianvito e Alberto – e di esibirsi con i Boom da Bash, i Mellow Mood – che su questo blog sono conoscono – e il Teatro degli Orrori, durante la XL che si svolgerà domenica 2 dicembre, presso Il Teatro Kismet di Bari.

Tutti al voto per i Moustache Prawn! [qui il link diretto]

#2

Laura Guilda, fashion designer emergente di base a Milano – nonché da me medesima conosciuta, sicché a buona ragion(veduta) consigliata -, partecipa al MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award 2012 con la sua collezione Stitch’n spots – in continua espansione –.

MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award 2012 offre al designer vincitore la possibilità di realizzare una capsule collection per Muuse, oltre che una certa visibilità. Io direi che Laura lo meriterebbe – sarò anche di parte, ma a me il giaccone di feltro piace assai –.
Il popolo del web è chiamato a costituire la rosa dei dieci fashion designer finalisti, a partire dalla quale una giuria adeguata selezionerà il vincintore. Si può votare fino alla mezzanotte del 20 novembre e votando, si entra a far parte di un sorteggio per il perfect cocktail dress esticazzi!, disegnato per Muuse da Heidi Paula, il duo vincitore della scorsa edizione di MUUSEx VOGUE TALENTS Young Vision Award.

Tutti al voto per Laura Guilda! [qui il link diretto]

Mood: flemmatico, causa caldo [mi sono messa in costume in casa]
Reading: dispense, dispense, dispense
Listening to: Devendra Banhart – Angelika
Watching: il sole che disegna geometrie sui miei fogli, distraendomi
Eating: fette biscottate a marmellata
Drinking: tazzoni di caffè



Qualche giorno fa, Alberto ha scattato delle foto che per fortuna ha scattato mi piacciono tanto perché hanno in sé la forza per ricordarmi all’occorrenza – tipo in qualche ora di questi ultimi giorni – tutta la felicità che posso provare,


senza possedere niente più che la certezza di averne diritto e possibilità

– e Gianvito qualche centimetro in là, intento per certo a rendere giustizia a una qualche puttanata con tutta le sue attitudini potenziate da cantastorie –.

Dovrebbe essere così per tutte le persone del mondo, sarebbe bello davvero perché le persone di tutto il mondo si sorriderebbero augurandosi il buon-giorno anche senza conoscersi e camminerebbero per strada senza sprofondare nell’asfalto ciascuno probabilmente con uno strumento musicale col quale improvvisare concerti, succede così quando ci si sente felici.


“[…] tu sei l’immagine del sole.”


Ma quant’è l’aria che si inghiottisce con una risata?

Finalmente Biscotti

giugno 29, 2012

Mood: debilitato
Reading: Mathias Malzieu, La meccanica del cuore
Listening to: Carly Rae Jepsen – Call Me Maybe
Watching: il ventilatore che va a destra e sinistra con grande impegno ma con scarsi risultati
Drinking: caffè
Eating: niente perché mi sono addormentata ed è già ora di cena



A causa di una certa necessità pseudo-improvvisa di avere il passaporto in fretta e furia che mi ha costretta a capitombolare da Milano a Bari in modalità day-return senza averlo premeditato – venti ore di viaggio in poco più di ventiquattro ore, lo sento chiaramente il mio corpo cantare Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola, poi […] –, e a seguire di una certa laurea di un certo su queste pagine già pluricitato Nicolò che come inevitabile mi ha coinvolta molto da vicino, sono ormai in ritardo con un paio di comunicazioni importantissime, ma siccome per i festeggiamenti il tempo è sempre quello giusto – garantisce una che onora per lo più non-compleanni e non compleanni –, let’s go!

Dopo l’anteprima di inizio mese,

Biscuits, disco di debutto dei Moustache Prawn
è finalmente disponibile su Itunes!


Queste sono backcover e cover del booklet di Biscuits, disegnate e colorate da Eta che ha realizzato tutto l’artwork. L’immagine finalmente – secondo “finalmente” in poche righe – in buona risoluzione l’ho sgraffignata dal suo blog – da qualche tempo ancora più esaltante del solito, complice il fritto misto linguistico che ci si ritrova – dopo averla tanto cercata sul uéb e trovata solo in versione pixel grossi quanto un palazzo.

Se ancora siete indecisi, leggete quello che scrivono Rolling Stone, Let love grow, Dagheisha, The new deal e Il blog dell’Alligatore – con annessa intervitsa ai Moustache Prawn nei commenti – che sicuramente sono più competenti di me in fatto di musica così smettete di essere indecisi.

In contemporanea con l’uscita di Biscuits, è finalmente – terzo “finalmente” – uscito in anteprima solo per Rolling Stone il videclip di Never think so long che è quel video super arrogante degli amici miei Gianvito Cofano e Alberto Mocellin in merito al quale avevo già scritto ‹‹io so, ma devo tacere››, adesso sono troppo contenta di poterlo spargere nel mondo. Il videclip racconta la storia dell’uomo biscotto che da essere un’idea nelle loro teste è diventato il filo conduttore di tutta la meccanica visiva di Biscuits. Qui potete dare un’occhiata al backstage di Never think so long fatto da Annalaura Tamburrini e qui a quello fatto da Nello Rosato, entrambi molto esplicativi dell’atmosfera del set, sniff quanto avrei voluto esserci!

Per concludere con una dichiarazione di fiducia nei confronti di questo progetto,vi segnalo che i Moustache Prawn stanno sognando il palco pare molto ambito del Sziget Festival 2012. Perché loro possano andarci c’è bisogno dell’aiuto di tutto il uorld uaid uèb dal momento che queste prime selezioni si basano su votazione popolare. Per votare i Moustache Prawn, bisogna andare sul sito del Sziget Festival 2012, trovare i Moustache Prawn grazie alla barra di ricerca concorrenti e cliccare sul cuoricino in basso, semplice veloce e indolore, no?

So enjoy!

Made in Moustache Prawn

giugno 8, 2012

Mood: lunatico
Reading: Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi
Listening to: The Temper Trap – Need Your Love
Watching: La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo
Playing: a persuadermi che posso studiare per gli esami della sessione estiva
Drinking: birra
Eating: in grande compagnia



Da qualche mese tenevo stretta tra i denti una chicca talmente slurp che il solo pensiero di condividerla mi mandava in solluchero, non c’è niente di più slurp di una chicca slurp sbafata in compagnia. La mia chicca slurp è una scatola di biscotti di quelle che si trovano non non certo sugli scaffali dell’Esselunga piuttosto su quelli dei music store, una scatola di biscotti davvero genuina zero additivi made in Moustache Prawn, così dice l’etichetta.

Moustache Prawn sono una rock band – età media vent’anni, luogo di nascita i mari della Puglia – che dagli abissi profondi è approdata di fantastica circonvoluzione genetica in fantastica circonvoluzione genetica al podio dell’Italia Wave Puglia nel 2011 e ha iniziato a riscuotere un bel po’ di curiosità e interesse sulla terra ferma, anche Rockit ne ha scritto e a proposito potreste leggere qui la loro intervista. Biscuits è il loro ancora-per-poco-inedito disco d’esordio, sempre Rockit ne ha rilasciato una recensione oltre che i primi aromi streaming, si augura una buona sniffata sonora, tre ragazzotti in gamba direi questi Moustache Prawn e se un po’ vi siete lasciati sconvolgere dalle sonorità british laddove vi sareste aspettati pizzica e taranta state pur sereni che ci sono passati un po’ tutti persino io che di certo non tengo in considerazione l’equazione Puglia pizzica e taranta.
Com’è giusto che sia, potete incontrare i Moustache Prawn nell’etere [senza per forza infilarvi uno scafandro] su maispèis, iutùb, tuitter e feisbùc, oltre che sul loro sito uéb.

Se pensavate che fosse finita qui, siete caduti in errore, non finisce qui e non finisce qui perché alla costituzione dell’immagine dei Moustache Prawn lavorano in pefetta coincidenza d’immaginari altri tre ragazzotti dalla genialità ormai comprovata, una gioia per lo sguardo perché fa mangiare polvere in quantità al livello infimo dell’omologazione nel gusto italiano, tre ragazzotti amici miei di cui io sono tanto, ma tanto fiera.
Eta ha messo in pasta le sue preziose mani per realizzare tutto l’artwork di Biscuits. Sul suo blog è possibile raccattare qualche anteprima, mentre ormai pubblica è la copertina del disco, visibile in cima allo streaming dei brani su Rockit, non c’è molto altro da aggiungere ‘ché come sempre con Eta linee e colori parlano da sè diretti alla pancia.
Gianvito e Alberto invece aggiungono ingredienti d’estro con i videoclip e le fotografie – delle quali qui le prime ufficiali –. Lunedì è uscito Pullover, promo di Biscuits e primo videoclip dei Moustache Prawn, io che ho l’accesso per corsia preferenziale posso anche spifferarvi che è già in dispensa una seconda prelibatezza clamorosissimisima da restarci a bocca aperta.
Intanto voi dovete accontentarvi – se così si può dire – di Pullover



e pazientare un pochino per tutto il resto.

– Lascio traccia del backstage di Pullover in segno di consolazione e compagnia –


Biscuits dei Moustache Prawn esce il 25 giugno,
prodotto dalla Piccola Bottega Popolare e promosso con il sostegno di Puglia Sounds.

Con queste premesse, io non ho dubbi, voglio Biscuits tra le [piccole] cose [di valore] di personale proprietà,
voi no?, mica ci credo!

Mood: increspato
Reading: Nick Hornby, Non buttiamoci giù
Listening to: Linea 77 feat. Subsonica – 66 (Diabolus in musica) e sembra di tornare adolescente
Watching: attorno a me
Eating: crostatina di cioccolato
Drinking: caffè



Ma se dico YOUR FILM FESTIVAL vi si riempie per caso il vaso cranico?
Sì, no, non so, premete il pulsantone di fronte a voi.
Io intanto passo la parola a Ridley Scott.


Quando il primo febbraio YouTube e Ridley Scott hanno annunciato il Your Film Festival, è stato come un terremoto nel mio habitat naturale. Insomma, le cause scatenanti sono evidenti come un treno gigantesco che impatta sul muso.

Allora io ho questi due amici, Gianvito Cofano e Alberto Mocellin che chiunque li conosca sa che con la testa viaggiano oltre i limiti di velocità. Io ho questi due amici, Gianvito Cofano e Alberto Mocellin che al Your Film Festival hanno detto sì, e già sembra la pubblicità della Valsoia, me ne sono accorta dopo averlo scritto.
Ne è venuto fuori

This movie is not a movie.

A me le premesse stanno sullo stomaco. In questo caso però, il gioco ha una regola, “guardare a volume alto e bene” – già, do per scontato che lo guarderete! –



e poi potreste cliccare mi piace su Youtube, non credete?

Immaginate Gianvito Cofano e Alberto Mocellin con budget e tempo a disposizione, immaginate il Ben Hur che potrebbero mettere in scena! (per dirla tutta a me non basta immaginarlo)




[photos by Leonard Regazzo]

Mood: sbilanciato
Reading: adesso, devo proprio
Listening to: Dire Straits – Brothers In Arms
Watching: le prime immagini dalla mia nuova casa in Olanda
Eating: a orari inadeguati perché mi sveglio e vado a dormire a orari altrettanto inadeguati
Drinking: tanta acqua



L’ultimo dei due video teaser che Lou e io abbiamo realizzato per FIFTYFIVE FIGHTS 4 THE FUTURE [si rimanda qui per le delucidazioni generali, mentre qua per il primo video teaser pubblicato online] mette in campo tutt’altre intenzioni, tutt’altri scenari, tutt’altro pianeta. Alle origini c’è il progetto di Vincenzo Petito, Anna Piccamiglio, Jessica Prando e Valentina Zecca che alla domanda ma il VENTI dicembre 2012?, hanno risposto con poca voglia di fare i seriosi Niente paura, foss’anche la fine del mondo ad appropinquarsi, i Nerd vedono e provvedono, saranno loro i veri guerrieri che lo proteggeranno e ne garantiranno ordine, pace e prosperità, altro che i supereroi tutti muscoli in calzamaglia, per la fine del mondo c’è bisogno di saper usare il cervello! Insomma, uno spirito fresco e allegro che basta occhieggiare la loro proposta grafica per farsi scappare un sorriso storto.



Per questo video teaser, Lou e io abbiamo deciso di farla difficile e abbiamo messo in piedi un’impresa di quelle che se ci riusciamo in così poco tempo, passiamo a un livello successivo e niente più potrà fermarci! con tanto di caccia alla location cartoonesca, ai costumi, all’oggettistica, agli attori e ai collaboratori e grazie feisbùc che se non ci fosse stato chissà dove saremmo andate ad attaccare le liste della follia, dove ci saremmo scambiati pareri e consigli sul tutorial migliore per risolvere il cubo di rubick giungendo alla conclusione che l’unica soluzione sarebbe stata rintracciare qualcuno in grado di farlo, dove avremmo trovato tanta gente solidale nei nostri confronti cosa che ci ha riempite di un sentimento di amore universale, ancora una volta grazie feisbùc, altro che le piazze i bar i negozi roba old school.

Tutto questo per dire che, tanto nei momenti di disperazione, quanto in quelli di esaltazione, i nostri sono stati veri giorni nerd, laddove per giorni si deve intendere il ciclo giornoenotte. Succede così quando si finisce piedi e testa dentro un’idea e la voglia di renderla concreta passa in primo piano su tutto il resto, diventa una missione vera e propria nella quale ci si immedesima.


Nerd per due settimane, Lou e io siamo state in buona compagnia. Nella parte, al nostro fianco di fronte all’alba, si sono calati anche Gianvito e Alberto [Mozziconi, ne approfitto per lanciare messaggi subliminali] che no, non abbiamo dovuto costringerli minacciarli bruciargli la casa, ci hanno viste si sono fatti prendere e cosa lo dico a fare tutto il mio affetto per loro se non mi bastano i caratteri?
Gianvito ci ha messo anche la faccia come attore, Non sono sicuro di essere adatto al ruolo ci ha detto per prima cosa, gli è riuscito alla perfezione, è bastato infilargli un paio di occhiali a fondo di bottiglia, tagliargli i capelli e tirargli la riga su un lato per realizzare che era lui l’uomo che stavamo cercando, lui il nostro eroe

– troppa bellezza concentrata in una sola immagine
mi mette a rischio sindrome di Stendhal –


[photo by Snerto, pure il fotografo di scena avevamo, sissignore!]

Me ne rendo conto, è difficile riconoscere in questo un eroe, ma noi con i luoghi comuni non ci facciamo neanche lo zerbino, uomini e donne di poca fede, avrete modo di ricredervi tra non troppo o adesso se saltate a piè pari la conclusione cosa che non non sarebbe carina perché devo dire una cosetta importante ancora, tipo che

A dare la piega che mancava all’opera ci ha pensato Massimiliano Margaglio in arte Gygus. È stato lui a curare l’aspetto musicale di questo video teaser, componendo un pezzo troppo giusto, 8 bit e così sia.

Buona visione!



Io, non posso tenerlo nascosto, arriva il finale e mi infervoro sempre assai. Credo che il phon sia quanto di più geniale potesse produrre la scemenza che fa da collante tra me e Lou. E pure il sole che si accende e si mette a girare, ma quella è più la scemenza di Lou alle quattro della notte prima della consegna.


Adesso, siccome abbiamo potuto contare su Snerto, un po’ di backstage che fa sempre bene!
















Mood: malinconico
Listening to: Barry Lyndon theme che pulsa un po’ come il mio cuore
Watching: Mozziconi in loop
Playing: a respirare al di là di tutti i nodi in gola
Eating: pietanze raffazzonate
Drinking: caffè, inizio a sentirmi monotona



Ormai sei mesi fa, si era rimasti con Mozziconi, il teaser – quello per il lungometraggio progettato dagli amici Gianvito Cofano e Alberto Mocellin – al punto in cui noi della Crew del Fantabosco sgambettavamo di ostacolo in ostacolo verso il primo ciak [per dettagli aggiunti si rimanda a Mozziconi, Ovvero del Perché Non Ho Scelto di Fare L’impiegata // Part. I]. Crew che per altro, con l’inizio delle riprese, si è completata con Matteo/Maro, l’operatore di Mozziconi – altrimenti detto “Nonna Maro” –, che ha portato con sé sul set la steadycam, Chiara/Ketta, la donna di Maro e l’altra fotografa di scena di Mozziconi, nonché aiutante polivalente sul set, e Matteo/Steffa, il fonico di Mozziconi.

Per Mozziconi mi ero riproposta un resoconto in due puntate perché Mozziconi, per me che l’ho vissuto, è un condensato di gran belle storie che ogni volta che ci penso mi trema lo stomaco e mi vien voglia di raccontarle. Ma il tempo, io non ho mai saputo chiacchierarci granché e prima che la seconda puntata di questo famigerato resoconto passasse dallo stato di bozza nei miei archivi digitali a quello di articolo pubblico, sono andati lontani i giorni le settimane poi i mesi e

Oggi Mozziconi, il teaser è finito online.

Io, insomma, che lo dico a fare, “Ma si capisce, cioè è chiaro, voglio dire, devo ricominciare da capo?”, sono davvero tanto felice di – eccetera, eccetera –
evitiamo le parole scontate.






Al momento, Mozziconi è un non ancora film di Gianvito Cofano e Alberto Mocellin che potrebbe “prima o poi” diventare un film con tutti i connotati al posto giusto – in senso lato, s’intende -.
Perciò.
Lo sosteniamo Mozziconi?
Ne approfitto una volta ancora per segnalarne sito uèb e pagina feisbùc.

Mood: vagamente in ansia, causa esami in avvicinamento e voglia di lavorarci su pari a zero
Listening to: Soap & Skin – Thanatos
Watching: vecchie fotografie per cavare fuori dal buco il mio progetto di fotografia
Playing: a tenere a bada il cuore che si ostina a capriolare in modo imprevisto e contraddittorio
Eating: spaghetti “alla poverella”
Drinking: caffè



***Plin-Plon. Si informa il buon, caro lettore che quanto segue è la prima uscita di un resoconto a puntate sulle due settimane di lavoro al trailer di Mozziconi, che la parte più sostanziosa delle riprese si è conclusa il DodiciAgosto e che ora restano da fare un nugoletto sparuto di riprese, il montaggio video, il montaggio audio, la color correction etcetera etcetera e che a breve il sito di Mozziconi dovrebbe essere aggiornato con qualche immagine di backstage e tante altre parole e cosettecosà. Si ringrazia per la cortese attenzione e, laddove subentri, per il tifo rumoroso. Plin-Plon.***


Settimana prima, DueAgosto – SetteAgosto

‹‹Hai scritto ai costumisti, hai sentito gli attori, chiesto conferma, inviato il piano di produzione?, e tu hai sentito il tipo della Movie People?, il ballast, i filtri uv, nd, polarizzatori! li abbiamo, sì o no?, le scarpe gialle della bambina, mancano ancora le scarpe gialle!, gliele dipingiamo addosso!, mercato, grande magazzino, mercato, ho fame, cazzo!, hai chiamato per il bikini mimetico gigante?, e gli acrobati, lo sputafuoco, la camicie crema?, il furgoncino, il fuoristrada verde acido, l’elevatore?, scrivi “ricordare il telecomando del monitor e l’alimentatore dell’hard disk”, quando giriamo la scena tal dei tali? e quell’altra?, voglio andare a mare!, il tamburellista anziano non si trova, allora facciamo un giro di chiamate per il vecchio del pony!, lo sputafuoco ha paccato, avete sentito “la carina”? e “la gnocca”?, bisogna ancora costruire lo scheletro per la rete, trovare i cavi e risolvere la faccenda del monitor, recuperare le ciabatte, le prolunghe, ne servono mille mila metri, relax, pezzo a pezzo li troviamo!, devo fumare, girami una sigaretta!, hai sentito la truccatrice?, a che ora la incontriamo?, il pianoforte, le prove in location per la luce ed i punti macchina, alla 4 abbiamo appuntamento con Tizio, alle 4.30 con Caio e alle 5 con Sempronio, c’è un cambio di programma, no, ce ne sono due! e bla blablabla blablabla, dai, ragazzi, dai, che chi si ferma è perduto!››
Niente di straordinario. L’ultima settimana prima del “via alle riprese” è sempre una bolgia di cose da portare a termine che balzano su come funghi turgidi di minuto in minuto, se depenni due righe dalla lista delle cose da fare, sai che ne scriverai almeno il doppio. Sicché noi di Mozziconi, per una settimana intera, falchiamo come corridori di staffetta e nonostante questo siamo sempre sul limes temporis e alla sera siamo stanchi anche solo per uscire a bere una birra fuori, unica eccezione una fuitina serale al mare per un bagno al chiaro di luna. Così al quarto giorno di generale corri-corri organizzativo, con sempre meno ore di sonno al seguito, mi strappo con grande forza di persuasione al sonno prepotente e, mentre mi annaffio col caffè, penso che avrei potuto scegliere di fare l’impiegata o, meglio ancora, mollare tutto, farmi crescere i baffi e fuggire in Brasile, poi lancio un’occhiata alla crew in cui sono capitata e capisco perché invece mi ritrovo in una Fiat Multipla che ingrana la strada e la brucia un chilometro dietro l’altro a velocità così sostenuta e riottosa che il paesaggio si disintegra in squame brillanti di sole, mentre i System Of A Down si incazzano da dietro gli altoparlanti e noi schiamazziamo più di loro, ognuno ha qualcosa da dire o da chiedere o da ricordare agli altri, ma soprattutto un motivo per cui far ridere e ridere sguaiatamente.
Dopotutto le premesse più immediate sono Gianvito, il regista di Mozziconi – altrimenti detto “Il Registro” – lungo, secco e capellone con la testa fasciata da un berretto a visiera giallo con una scritta “Caution” nera a caratteri cubitali, Alberto, il direttore della fotografia di Mozziconi – altrimenti detto “Piccola Tigre” per la sua devozione nella preparazione del caffè quotidiano in dosi industriali – simile al compare, ma con il cilindro rosso di scena sempre in testa, Snerto, il fotografo di scena di Mozziconi – altrimenti detto “Smerdo” o “Slercio” o “Piaga” –, con una camicia coloratissima di personaggi circensi in competizione con i suoi tatuaggi, presa in prestito dal guardaroba di un attore, una fascia gialla tra i capelli ed il barbone che ormai si confondono ed il pantaloncino nonostante tutto in tinta scoordinata, Laura, aiuto-regia di Mozziconi, con una papalina di paglia mal tagliata in testa, il computer sempre in borsa e due cellulari almeno nelle tasche per affrontare qualsiasi evenienza organizzativa. Non ci vuole molto a capire perché all’ingresso di un kebabbaro la gente scoppi a riderci direttamente sul muso e ci chieda se siamo appena usciti da uno spettacolo, osservazione questa che ha l’effetto di renderci oltremodo fieri di noi stessi. Non mi meraviglierebbe se studi scientifici dimostrassero che l’intesa cresciuta di giorno, in giorno nella crew di Mozziconi sia dipesa tanto dalla voglia condivisa di riuscire bene in questo progetto e dal crederci, quanto da un mix di demenze sconclusionate e disperse tra le nuvole, paradossalmente auto-organizzatesi in una qualche fantastica forma non ben precisata di intelligenza che risponde al nome glorioso di “Super amici del Fantabosco”.

Ma al di là di noi “Super amici del Fantabosco” e delle altre figure professionalmente coinvolte in questo progetto, c’è un altro aspetto di Mozziconi che mi carica a molla e mi fa sorridere, fin dal primo contatto, ed è il numero di persone esterne che gli orbita attorno ed assiste ed aiuta e che giorno per giorno fisicamente corre al nostro fianco. In prima fila ci sono Annalaura, arrivata prima ancora di noi altri della crew a mettere a ferro e fuoco la lista delle cose da fare assieme al Registro e al direttore della fotografia, Nicolò, fratello del Registro, uomo forza di Mozziconi – altrimenti detto “World Champion”, non farà il puGGile mica per niente! –, Carlo, papà del Registro, vera e propria divinità amata e stimata dalla Crew intera di Mozziconi, nonché ridicolamente temuta per i suoi ganci leggendari in tutta Fasano – altrimenti detto “Ciccì Carlo Cofano” – e Lucrezia, mamma del Registro e per l’occasione della Crew intera di Mozziconi, li abbraccio con lo sguardo i primi giorni poi prendo coraggio e li abbraccio fisicamente perché loro lavorano con noi e lo fanno con un entusiasmo e una voglia di essere presenti e vicini che mi riempie di stima e di affetto.
È anche l’intera Fasano a mobilitarsi, c’è da fare un film!, chi può dà una mano, amici e conoscenti ed amici di amici, nel corso della prima settimana di preparazione al set e della seconda di riprese, mi passa sotto le mani una valanga inarrestabile di nomi e di volti e di storie ed è in questa valanga la sfida e l’autenticità di Mozziconi perché non è facile fare un film o anche solo un trailer se non sei ad Hollivùd. Come ha scritto Gianvito ‹‹Per girare un film sembra che ci vogliano un sacco di soldi. Io ed Alberto non li abbiamo››, ma lui ed Alberto hanno attorno un sacco di gente che vuole loro bene e che crede in Mozziconi, il che ha il suo valore stronzissimo.
Ed hanno se stessi, se medesimi, neanche questo è un dato ininfluente. In fin dei conti, più entro nel meccanismo Mozziconi-Gianvito ed Alberto, più ne resto affascinata ed ipnotizzata e mi convince l’idea che loro due tutto questo tan-tan lo meritano perché sanno come portarlo a buon fine, lavorando con serietà e leggerezza allo stesso tempo.

Così, nonostante lo scapicollo quotidiano, paradossalmente forse anche in ragione di questo scapicollo quotidiano, noi ci divertiamo come porcelli in un porcile, e mentre il tempo si dilata e si restringe come una placenta, le spinte si rafforzano costantemente e non esistono ostacoli insuperabili nella nostra cavalcata al ciak primogenito.


[to be continued…]



A proposito di Gianvito Cofano ed Alberto Mocellin, ne approfitto per pubblicare qui sotto un paio di lavori con la loro filma in calce, ché ancora non l’avevo fatto e questa non è cosa né buona, né giusta. Il primo è un booktrailer, il secondo un videoclip. Cin-cin!





Mood: sereno
Reading: Salvador Dalì, La mia vita segreta
Listening to: Giorgia – Il Mio Giorno Migliore (“a me basta trovarti stanotte ai confini/ dell’essere o non essere / dammi un attimo e arrivo / mi vesto di scuro”)
Watching: vecchie foto, riorganizzando l’hardisk
Playing: senza tregua
Eating: spaghetti e polpette
Drinking: caffè







Venezia













Bassano del Grappa – Monte Grappa (Vi)





Monopoli (Ba)


Alberobello (Ba)


***

‹‹Possiamo toccare l’immenso e farci mancare altrettanto›› canta Niccolò Agliardi, sono un po’ in fissa con i suoi testi nell’ultimo periodo, lo ammetto, nel caso in cui non si fosse capito di già, ora ho persino un paio di grosse cuffie per immergermici, me le ha regalate Zulio.

Allora, nella mia instabilità spazio-temporale, adesso non è per caso se guardo il mondo attraverso un obiettivo grandangolare e ritraggo paesaggi, volti quasi nessuno, visioni d’insieme piuttosto, terse dal vento e dall’acqua, non è per caso se carico i colori per poi desaturarli, non è per caso se queste immagini mi sembrano tecnicamente ed emotivamente ancora troppo mediocri, ma mi offrono le motivazioni di un ben più ampio progetto fotografico (anche in vista di un esame di fotografia che si avvicina sempre di più e per il quale sono in fase di ricerca da mesi.).


Intanto sono tornata in Puglia da una settimana e domani riparto, questa volta in verità non troppo lontano dalla mia casa materna e per lavoro. Ci sono due ragazzi molto in gamba, Gianvito ed Alberto si chiamano, ma sono un duo così ben assortito che a volte mescolo i loro nomi e li chiamo Gianberto e Alvito, insomma, ci sono questi due ragazzi che si sono messi in testa di fare un film, Mozziconi, con Gianvito alla regia ed Alberto alla fotografia, e a Laura e me è venuta la possibilità bella, bellissima di assistere, Laura alla regia, io alla fotografia, sicché domani si va per le prime fasi produttive di questo grande lavoro, che per una serie di problematiche e difficoltà purtroppo di routine, non è ancora il film vero e proprio tutto bello concluso, ma il teaser da proporre a una qualche produzione
Tocca salutarci ogni dieci giorni, mi ha scritto l’amico mio Francesco-Poppi. Mi sono fatta una risata. Da grande farò la nomade, più di questo non mi sono mai posta il problema di sapere a riguardo del mio futuro.